Csm: Alfano, riforma per tutelarlo da condizionamenti correnti
Una ”seria riforma della magistratura non puo’ che partire dall’organo di autogoverno” delle ”toghe”, vale a dire il Csm, ”spesso condizionato da dinamiche interne che si assomigliano e si sovrappongono alle dinamiche interne alla politica”. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, nel corso del suo intervento all’Universita’ Europea di Roma, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico 2010-2011. Secondo il Guardasigilli, tutelare la liberta’ della magistratura non vuol dire soltanto tutelarla dai condizionamenti esterni, ma anche da quelli interni alla sua componente associata”.
Il Csm, infatti, e’ ”presidio di liberta’ e indipendenza che – assicura Alfano – noi vogliamo difendere, ma se l’organo di autogoverno della magistratura non e’ gestito in modo imparziale diventa un pericolo per le istituzioni”. A dimostrazione di cio’ Alfano cita ”la frequenza sempre crescente con cui i magistrati si rivolgono agli organi della giustizia amministrativa (Tar e Consiglio di Stato, ndr) contro le decisioni adottate dallo stesso Csm”: si tratta di un ”segnale di malessere strisciante”.