Lo Statuto Penale dell’Impresa tra Pubblico e Privato
Roma, 10 novembre 2010 ore 15,00 Aula Magna della Corte di Cassazione
L’incontro muove dalla necessità di focalizzare l’attuale fisionomia dei controlli penali attivabili nei confronti delle società a partecipazione pubblica, cui sempre con maggior frequenza si ricorre sia in sede nazionale sia, soprattutto, in sede locale, per la gestione di servizi di pubblica utilità (le cc.dd. società miste).
La prospettiva di indagine dovrà necessariamente seguire un approccio interdisciplinare, muovendo anzitutto dal terreno del diritto amministrativo: questo plesso dell’ordinamento giuridico – così come, più in generale, il diritto dell’economia – è stato come noto attraversato da profonde mutazioni, a partire dai poderosi processi di privatizzazione inaugurati nella prima metà degli anni ’90 sulla scorta del diritto comunitario, ed a seguire con i progressivi, crescenti disegni di liberalizzazione che hanno colpito anche diversi settori delle publi utilities (energia elettrica, gas, etc.), ma l’impressione è che tali mutazioni non siano state sempre registrate con attenzione nel contesto penale.
Su questo fronte, in particolare, è opportuno verificare in primo luogo il margine di operatività dello statuto penale delle società commerciali (in primis, i presidi offerti dagli artt. 2621 ss. C.c.), specie con riferimento alle figure introdotte con la riforma del d.lgs. n. 61/2002 (infedeltà patrimoniale e corruzione societaria, artt. 2634 e 2635 c.c.); in secondo luogo, occorre verificare i margini di perdurante applicabilità dei reati contro la pubblica amministrazione, come si sa centrati sulle figure soggettive del pubblico ufficiale e dell’incaricato di pubblicato servizio, che – distinte ed autonome dalle nozioni amministrative – devono però necessariamente coordinarsi con le segnalate trasformazioni intercorse nel loro “campo d’origine”.
In particolare, la figura tipologica dell’incaricato di pubblico servizio viene spesso ravvisata – nei tracciati giurisprudenziali – senza troppi indugi nei contesti dove l’attività ha ad oggetto uno dei “tradizionali” servizi pubblici, anche se le forme e i moduli di gestione, e gli stessi soggetti gestori, hanno mutato aspetto e caratteristiche, aprendosi al “privato”, ma soprattutto aprendosi alla concorrenza ed al mercato, e dunque suggerendo una più cauta ed attenta valutazione circa la configurabilità della qualifica agli effetti della legge penale”.
Metodologia – La complessità dei temi dell’incontro e l’esigenza di un approfondimento fondato sul più ampio confronto richiede una preventiva e sintetica illustrazione delle tematiche da parte dei relatori che consenta la massima partecipazione al dibattito.
Destinatari – I destinatari sono i giudici e i sostituti procuratori generali della Suprema Corte, ma il seminario è aperto alla partecipazione dei magistrati del distretto della Corte d’appello, dei giudici amministrativi, degli avvocati e dei professori universitari.
PROGRAMMA
ORE 15.00
GIANFRANCO CIANI
AVVOCATO GENERALE DELLA CORTE DI CASSAZIONE
Saluto. Direzione coordinamento dell’incontro
FILIPPO SGUBBI
PROFESSORE ORDINARIO DI DIRITTO PENALE
UNIVERSITA’ DI BOLOGNA
MARCELLO CLARICH
PROFESSORE ORDINARIO DI DIRITTO AMMIN.VO
UNIVERSITÀ “LUISS” ROMA
VITTORIO MANES
PROFESSORE ASSOCIATO DI DIRITTO PENALE
UNIVERSITÀ DEL SALENTO
MARCO DUGATO
PROFESSORE ORDINARIO DI DIRITTO AMM.VO
UNIVERSITÀ DI VENEZIA