Procreazione. La legge n. 40 ritorna alla Consulta
Nel mirino il divieto alla fecondazione eterologa
Torna alla Corte Costituzionale la legge 40 sulla fecondazione assistita. La prima sezione del Tribunale civile di Firenze ha sollevato il dubbio di costituzionalità sulla norma della legge sulla fecondazione artificiale (legge 40) con la quale si vieta alle coppie sterili di accedere alla fecondazione eterologa, quindi utilizzando ovuli o seme donati da persone esterne alla coppia.
Lo comunicano gli avvocati Filomena Gallo e Gianni Baldini, che assistono una coppia che aveva presentato la richiesta, in seguito a un “problema di sterilità maschile causato da una cura farmacologica eseguita quando il paziente aveva 13 anni”, dice Gallo all’Adnkronos Salute. La coppia, dopo essere stata in cura in Svizzera e in altri centri all’estero, si è rivolta all’Associazione Luca Coscioni per essere assistita legalmente nella richiesta di poter effettuare le cure nel proprio Paese. Così i legali hanno presentato ricorso d’urgenza presso il tribunale di Firenze. “Il Giudice ha riconosciuto le istanze mosse dalla coppia, dopo aver rilevato profili di manifesta irragionevolezza del divieto assoluto di Pma eterologa per l’evidente sproporzione mezzi-fini; e di illegittima intromissione del legislatore in aspetti intimi e personali della vita privata – spiega in una nota Baldini – Questa sentenza è infatti assolutamente coerente con le precedenti pronunce in materia, e ritiene che l’articolo relativo al divieto di fecondazione eterologa sia contrario alla Costituzione e rimanda gli atti alla Corte, affinché provveda alla relativa declaratoria. Questo pronunciamento, inoltre, ha a che fare anche con il Trattato di Lisbona – aggiunge Baldini – nel quale si afferma che le decisioni della Corte europea dei diritti dell’uomo sono direttamente applicabili nel nostro ordinamento “.
La coppia aveva chiesto aiuto dopo aver appreso del caso dell’Austria, che era stata condannata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo proprio relativamente al divieto di eterologa. “Abbiamo deciso di raccogliere questa sfida nonostante fosse la più difficile”, perché ”ci sembrava che i tempi ormai fossero maturi e che si stesse creando una sensibilità finalmente europea a questo problema, come dimostra anche il Nobel dato a Stoccolma ad Edwards, che riconosce come questa medicina raccolga in realtà istanze e aspirazioni profondamente umane”, spiega Gallo.
Secco il commento del ministro della Salute Ferruccio Fazio che alle domande dei giornalisti ha replicato solo: “Risponderà la Consulta” sulla costituzionalità del divieto alla eterologa.
Il sottosegretario alla Salute con delega alla bioetica Eugenia Roccella difende la legge 40 e parla di attacco alla ”volontà popolare”: “E’ un attacco evidente e che va avanti ormai da anni, contro una legge votata dal Parlamento e confermata da un referendum”. Il sottosegretario non ha “ancora letto le motivazioni – spiega – ma mi pare che ci sia, da parte di alcune frange, la volontà di tornare alla deregulation che vigeva prima della legge 40”.
Per Ignazio Marino (Pd) il far west paventato dalla Roccella ”c’è già”. “Che cosa si aspetta per riconoscere che l’impostazione generale della legge 40 è sbagliata? La legge è stata approvata sei anni fa con motivazioni puramente ideologiche, senza tenere conto né delle esigenze delle coppie con problemi di infertilità, né della salute delle donne”, ha rimarcato.
Per Antonio Palagiano, capogruppo dell’Idv in Commissione Affari sociali della Camera e responsabile nazionale Sanità del partito, il pronunciamento del tribunale di Firenze “è una bella notizia e dimostra ancora una volta quanto la legge 40 sia profondamente ingiusta, incostituzionale, crudele e oscurantista”.
All’attacco l’associazione Scienza e Vita impegnata in prima fila sui temi bioetica in stretto rapporto con la Conferenza episcopale italiana. ”I radicali dopo essere stati sconfitti sul referendum, ora provano a cambiare la legge 40 attraverso la via giudiziaria”, ha sottolineato con l’ADNKRONS, il portavoce Mimmo Delle Foglie.
fonte: Adnkronos