GiurisprudenzaPenale

Troppi “vaffa..”. La Cassazione stila l’ingiuriometro – Cassazione Penale, Sentenza 30956/2010

Volano troppi ‘vaffa’ tra la gente, constata la Cassazione che, oltre a sanzionare l’offesa, consiglia: ‘se dovete reagire ad un torto ricevuto, anziche’ mandare a ‘quel paese’ qualcuno, ditegli ‘non infastidirmi’. La Suprema Corte prende spunto dall’ennesimo caso di ingiuria, registrato in questo caso a Civitavecchia, per stilare un ‘ingiuriometro’, una specie di misuratore dell’ingiuria.

 Piazza Cavour prende atto che in certe situazioni, “come in politica”, e’ difficile “eliminare i toni accesi e le espressioni pesanti”, specie se ci si trova in un “contesto di polemica”, ma data la quantita’ di parolacce che si scambiano le persone “ai fini di accertare se sia leso il bene protetto dall’art. 594 c.p. occorre fare riferimento ad un criterio di media convenzionale”. In sostanza, afferma il Supremo Collegio che per stabilire se un ‘vaffa’ o un’altra parolaccia siano o meno offensive si deve guardare “alla personalita’ dell’offeso e dell’offensore e al contesto nel quale la frase ingiuriosa sia stata pronunciata

 

Secondo gli ermellini, non c’è margine per l’accoglimento del ricorso dell’imputato, che aveva accampato la neutralità del vocabolo «talmente d’uso comune d’aver perso la sua efficacia offensiva». Secondo quanto si legge nella sentenza, «L’espressione proferita, brutalmente volgare, zittiva l’interlocutore, ridicolizzandolo e troncando perentoriamente ogni discussione. Lo scurrile e crudo frasario attingeva l’interlocutore con virulenza demolitoria, vulnerandone il senso di dignità ».

 

C’è da dire che in un precedente del 2007 gli stessi giudici riconobbero la «legittima difesa»  nell’uso del “vaffa”. In quel caso si trattava di un politico di Giulianova Marche che si avvalse del «vaffa» per troncare  le offese a lui rivolte del vicesindaco nel bel mezzo del Consiglio comunale.

 

 

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