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Processo breve, scontro tra l’Anm e il ministro Alfano

L’Associazione Nazionale dei Magistrati sfida Angelino Alfano sul processo breve: non è una priorità nell’ambito del sistema giustizia, sostiene. Ed è scontro con il Pdl ed il ministro della Giustizia che replica a stretto giro:l’Anm sa solo dire no. Evidentemente gli stanno bene le lungaggini della giustizia italiana e vogliono che nulla cambi”. Quel provvedimento, aveva detto Luca Palamara, Presidente dell’Anm, rispondendo all’annuncio fatto stamane dal ministro “di soldi pronti per il comparto giustizia” anche al fine di rendere attuabile il provvedimento, serve solo a perdere tempo. Alfano respinge al mittente le accuse:l’Anm non formula nessuna proposta per uscire dalla crisi. Sa solo bloccare le riforme.

 Il presidente dell’Anm batte i pugni sul tavolo ma alla fine, dopo un no secco, invita il ministro al confronto in vista della prossima assemblea del 7 settembre a Reggio Calabria; un modo per conoscere direttamente dai direttori degli uffici se la priorità “é il processo breve o dalle drammatiche situazioni in cui proprio quegli uffici si trovano”. Stamane Alfano aveva indicato il processo breve, fermo da sette mesi in Parlamento, come una delle cinque priorità programmatiche su cui sondare la tenuta della maggioranza, a cominciare dai finiani del Fli. Ci sono soldi e si programmano interventi per rendere attuabile la riforma non appena varata dalla Camera, visto che il ministro ha fatto suo il testo uscito da Palazzo Madama a gennaio.

Prima ancora che arrivasse la prevedibile bordata dell’Anm sono giunte le dure critiche dell’Idv che ha parlato di un Alfano “puparo” e che “dovrebbe vergognarsi” e di un “ministro della giustizia ad personam”. Insomma un repertorio ampio di prevedibili critiche. Il Pdl ha replicato difendendo Alfano e attaccando l’Anm che ieri come oggi si comporta da “partito politico”, come ha detto il portavoce del Pdl Daniele Capezzone. Luigi Vitali, responsabile carceri del Pdl, ha subito affermato che”sono veramente ingenerose le critiche che l’Anm, per bocca del suo presidente Palamara rivolge al ministro Alfano”. E il confronto registra anche la dichiarazione del finiano Italo Bocchino che ricorda l’accantonamento del testo, approvato a gennaio,a causa delle perplessità espresse all’epoca dal Quirinale”Noi siamo disponibili a discutere, ma il ministro Alfano ci spieghi come intende superare quelle perplessità”, sostiene. “Siamo disposti a discutere – dice – e non abbiamo alcuna preclusione ma il governo che ci deve spiegare come superare le perplessità emerse allora ” Pier Luigi Bersani annuncia battaglia, con una opposizione dura, e spera che Fli e Udc, fatti salvi i tatticismi, alla fine si smarcheranno.”Se Berlusconi pensa di mandare avanti queste norme che titola ‘processo breve’ ma che significano cancellazione di processi e in particolare di un processo, avrà contro un’opposizione molto forte e mi aspetto anche che dal centro-destra venga qualche elemento di coerenza rispetto a quello che si è detto fin qui”. Il segretario del Pd infatti si “stupirebbe moltissimo” se l’Udc e Fli votassero il processo breve:”Dopodiché Berlusconi é l’uomo dei miracoli- aggiunge- a sentire lui e quelli che gli interessano a volte gli riescono”.

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