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Google, indagine antitrust per abuso di posizione dominante nella raccolta pubblicitaria online

Una estensione dell’istruttoria già avviata nei confronti di Google dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per possibile abuso di posizione dominante in riferimento alle condizioni imposte in Italia agli editori dei siti web nei contratti di intermediazione per la raccolta pubblicitaria on-line.

 

Nella nota diffusa dall’Autorità si afferma che le condizioni contrattuali imposte ai siti web per la raccolta pubblicitaria online da Google non consentono agli editori di siti web affiliati di conoscere in maniera chiara, dettagliata e verificabile elementi rilevanti per la determinazione dei corrispettivi loro spettanti. Il provvedimento è stato esteso anche alla società Google Ireland Limited.

In particolare, sotto la lente dell’Antitrust, la rete AdSense “un programma di affiliazione attraverso il quale i proprietari di siti internet possono vendere spazi pubblicitari utilizzando Google come intermediario”. Il contratto standard di AdSense è stipulato con la società Google Ireland Limited, alla quale l’Antitrust ha appunto esteso l’istruttoria già avviata il 26 agosto. In base a questo contratto, scrive l’Antitrust, “gli utenti del programma AdSense ricevono come corrispettivo somme determinate da Google di volta in volta a sua assoluta discrezione; Google non assume alcun obbligo di comunicare come tale quota sia calcolata; i pagamenti sono calcolati esclusivamente sulla base dei registri tenuti da Google; Google può inoltre modificare in qualsiasi momento la struttura di determinazione dei prezzi e/o dei pagamenti a sua esclusiva discrezione”. Per l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, dunque, “nei contratti conclusi dagli editori per l’affiliazione al programma AdSense la percentuale di revenue-sharing ad essi spettante è definita senza che Google fornisca alle controparti elementi utili a verificare la determinazione dei corrispettivi effettivamente percepiti”. “L’assenza di trasparenza e verificabilità su informazioni necessarie per valutare l’attività di intermediazione svolta in concreto da Google – conclude l’Antitrust – incide significativamente su aspetti rilevanti dell’attività commerciale e imprenditoriale degli editori che aderiscono al programma AdSense, ostacolando, ad esempio, la pianificazione dello sviluppo e del miglioramento dei propri siti web nonché l’apprezzamento della convenienza di eventuali altre offerte provenienti da intermediari concorrenti”.

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