Stampa, ruolo cruciale di controllo. Si alla libera interpretazione dei fatti – Cassazione Penale, Sezione V Sentenza 40408/2009
La stampa ha un “ruolo cruciale” di controllo “nella societa’ democratica anche nell’informare il pubblico del funzionamento del sistema pubblico”. A certificare il ruolo fondamentale dei media non e’ il sindacato dei giornalisti ma la Cassazione che, proprio in nome di questo ruolo “cruciale”, da’ il via libera, riconoscendo il valore di “esimente”, alla “personale interpretazione” dei fatti data dal giornalista, anche a quella che fa ricorso “ad una certa dose di provocazione sempre che le espressioni utilizzate non scivolino in insulti”. In particolare, la V Sezione penale (sentenza 40408), facendo propria la Corte europea dei diritti dell’uomo, rileva che “la stampa e’ uno dei mezzi attraverso i quali la politica e la pubblica opinione possono verificare se i giudici assolvono le loro alte responsabilita’ in modo conforme alle finalita’ per le quali sono stati investiti”.
Un ragionamento che la Cassazione ritiene “doveroso estendere alla attivita’ giornalistica riguardante ogni apparato del potere pubblico, compreso quello amministrativo in generale per la sua rilevanza e capacita’ di coinvolgimento degli interessi dei privati”. Sulla base di tutti questi presupposti, piazza Cavour ha prosciolto “perche’ il fatto non costituisce reato” una cronista del ‘Il Giornale di Sicilia’ che era stata accusata di diffamazione per un articolo pubblicato nel maggio del 2001 in cui si scriveva che “in occasione di una ispezione subita dall’Istituto autonomo delle case popolari di Catania da parte di incaricati del ministero del Tesoro, il presidente dell’Ente avrebbe invitato i dipendenti a tenere un atteggiamento di ostracismo nei riguardi degli ispettori”.
In primo grado la giornalista era stata condannata per diffamazione mentre l’assoluzione piena era arrivata nel dicembre 2008 da parte della Corte d’Appello di Palermo che aveva ritenuto che la cronista non avesse fatto altro che esercitare il suo legittimo diritto di cronaca. Una assoluzione che non e’ piaciuta ne’ al presidente dell’Ente in questione ne’ alla Procura di Palermo che ha fatto ricorso in Cassazione ritenendo che quella libera interpretazione sul “comportamento ostruzionistico” dato dalla giornalista fosse offensivo e meritevole di condanna.