Se il marito insulta la suocera, deve risarcire la moglie – CASSEZIONE PENALE, Sentenza N. 35874/2009
Confermata, dalla Cassazione, la condanna al risarcimento dei danni a carico di un marito che durante un litigio violento con la moglie ne aveva offeso la madre rivolgendo, nei confronti della suocera non presente alla discussione, epiteti ingiuriosi molto volgari. La Suprema corte, infatti, con la sentenza 35874, ha respinto la richiesta del marito imputato di ingiuria e lesioni, Luigi D.B., di non considerare valida la querela presentata dalla moglie Federica C. in quanto per le parolacce proferite avrebbe dovuto presentare denuncia la suocera offesa e non la figlia.
In proposito i Supremi giudici osservano che «per quanto gli epiteti e le volgari espressioni di disprezzo pronunciate dall’ imputato nel rivolgersi alla moglie si riferissero ad altro soggetto, e cioè alla madre di costei, non vi è dubbio che ne sia derivata una lesione del decoro della stessa interlocutrice». Fatto che «inevitabilmente accade – prosegue la Cassazione – quando sussiste uno stretto legame parentale fra la persona alla quale le espressioni offensive sono comunicate e quella destinataria delle offese, traducendosi tale condotta in una mancanza, nei confronti del percettore di tali espressioni, del rispetto che, quale componente della dignità umana, è dovuto a ciascuno dei consociati». La suocera era stata apostrofata con espressioni come «puttana e stronza». Inoltre il marito dovrà risarcire la moglie anche per la violenta testata alla bocca che le aveva dato durante il litigio (l’entità della pena e del risarcimento non sono noti). L’episodio riguarda una coppia della capitale e agli atti è finita anche la testimonianza del figlio, presente nel momento in cui il padre aveva colpito la moglie.