Si alle critiche anche aspre contro l’operato dei Vigili Urbani – CASSAZIONE PENALE, Sezione V, Sentenza n. 36077 del 02/10/2007
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Dopo la sentenza
sul diritto di critica all’operato della magistratura ( si veda
CASSAZIONE PENALE, Sezione V, Sentenza n. 34432 del 15/09/2007), via
libera dalla Cassazione anche alle critiche nei confronti dei vigili. Il
rimprovero mosso dai cittadini al loro operato, sancisce la Cassazione,
non solo rientra nel "legittimo
esercizio di critica" ma è anche "utile alla collettività". In
questo modo la V Sezione penale, con la sentenza 36077, ha cancellato la
doppia condanna per diffamazione
inflitta ad Alceste M., un 83enne della provincia di Venezia che
il 20 luglio del ’99 aveva preso carta e penna per denunciare al sindaco di
Conselve e alla giunta il cattivo operato di cinque vigili urbani del Comune. In
particolare l’anziano era stato condannato dal tribunale della Corte d’appello
di Venezia per aver denunciato tra l’altro che cinque vigili avevano tenuto
"nell’esercizio delle loro funzioni
comportamenti superficiali, misti ad incoscienza e
presunzione”.
Secondo la suprema Corte, che ha accolto la protesta di Alceste, "le espressioni
con le quali si qualifichi criticamente il comportamento dei vigili
nell’esercizio delle rispettive funzioni presenta in modo netto ed evidente il
requisito della pertinenza al
pubblico interesse".Quindi, annota il relatore Maria Vessicchelli
a patto che i rimproveri non
vadano a colpire la persona ma l’operato, le critiche alla polizia
municipale rientrano nel legittimo esercizio di critica.
Perchè, rimarca piazza Cavour, "il modo con il quale il vigile urbano esplica
il proprio ufficio nelle molteplici sue manifestazioni, legittime e, in ipotesi
meno legittime, è di palese
interesse della collettività, posto che la stessa rappresenta il
soggetto al quale quelle attività sono rivolte e nel cui interesse sono svolti
in genere i servizi comunali, essendo altresi’ tale soggetto chiamato a
garantire, dal punto di vista finanziario, il funzionamento della stessa
macchina comunale". Dunque Alceste per aver criticato aspramente il
comportamento dei vigili merita l’assoluzione in
quanto ha sollevato un problema, dice la Cassazione, di interesse pubblico.
Una missiva infuocata quella che l’anziano cittadino aveva inviato al sindaco e
alla giunta comunale, proponendo anche l’istituzione di una commissione
consiliare di verifica dell’operato della polizia municipale in cui,
ricostruisce la sentenza della Cassazione, "accusava
i vigili urbani di elevare multe spronati dal raggiungimento di una somma messa
a bilancio preventivo; di presentarsi con bardature vistose, pistole e
manette come fossero in una terra di conquista: di avere
scarso impegno nel lavoro, un certo menefreghismo;
e di avere, nei rilevamenti dei sinistri stradali condotte inqualificabili che
denotano scarsa professionalità, tanta superficialità mista ad incoscienza e
presunzione".