Attualità

Antitrust, confermata la maxi multa a Microsoft

Nuova pagina 9

Microsoft
dovrà pagare la multa da 497 milioni di euro che gli è stata comminata
dall’Antitrust comunitario per abuso di posizione dominante. Il tribunale
europeo di prima istanza ha infatti respinto il ricorso del gigante del software
fondato da Bill Gates contro la decisione della Commissione europea del 2004. Il
tribunale ha accolto solo alcuni elementi del ricorso di Microsoft, ma nella
sostanza la decisione di tre anni della Commissione viene nel complesso
confermata.
L’unico elemento a favore di Microsoft nella sentenza è che la corte del
tribunale di prima istanza ha annullato la nomina di un trustee formato da
esperti che avrebbe dovuto monitorare e avere libero accesso a informazioni,
documenti e alla fonte dei codici di Microsoft. Secondo il tribunale ”la
Commissione europea ha ecceduto nei suoi poteri” ritenendo che non c’è
fondamento giuridico nell’Unione europea per un tale organismo.
Per il resto la sentenza conferma la decisione della Commissione, in particolare
l’abuso di posizione dominante da parte di Microsoft con relativa sanzione da
497 milioni di euro. Gli altri due punti forti della decisione della Commissione
europea confermati dalla sentenza odierna sono l’obbligo per Microsoft di
mettere in commercio una versione di Window senza Media Player e l’obbligo di
fornire informazione circa l’interoperabilità con Windows sostenendo che è
infondata la posizione dell’azienda di Redmon che nel ricorso ha evidenziato che
il livello di interoperabilità richiesto dalla Commissione europea darebbe la
possibilità di clonare Windows da parte dei concorrenti.
La sentenza del tribunale di prima istanza non mette comunque la parola fine
all’annosa disputa tra Commissione UE e Microsoft. L’azienda di Bill Gates ha 60
giorni per presentare appello davabti all’alta corte di giustizia europea.

I commenti sulla sentenza si dividono in due partiti. Da una parte chi plaude
alla condanna di Microsoft sottolinea che la decisione rappresenta la vittoria
della libertà di scelta dei consumatori. Dall’altra parte invece chi vede nella
sentenza un pericoloso passo indietro dell’Unione europea che mette a rischio la
capacità e la libertà di innovare da parte delle imprese.
”Il verdetto del tribunale è un pericoloso campanello d’allarme per le aziende
che investono nelle tecnologie innovativè’ afferma Alec Burnside, partner dello
studio legale Linklaters. ”La sentenza – aggiunge – mette in evidenza che non
c’è spazio per l’innovazionè’. Burnside, che rappresenta la CompTIA
(associazione globale del commercio) sottolinea inoltre che ”invece che
sostenere l’Europa come capitale mondiale dell’innovazione, le politiche della
Commissione rischiano di far tornare l’Europa ad essere la capitale mondiale del
contenzioso”. Secondo il legale la sentenza odierna sferra un ”duro colpo alla
tutela della proprietà intellettuale, riducendo l’incentivo per il mercato a
investire in ricerca, sviluppo in Europà’.
Anche per Jonathan Zuck, presidente di una associazione internazionale di 3.500
pmi che operano nell’Itc, sottolinea che ”oggi Microsoft non vince pero’ sono
soprattutto clienti e sviluppatori europei del software a perdere. La sentenza
è un pericoloso precedente sulla capacità di proteggere l’innovazione da parte
delle impresè’. ”E’ un grande giorno per i consumatori europei” afferma
invece Thomas Vinje, partner dello studio Clifford Chanche ed esponente
dell’associazione Ecis. ”Questa sentenza apre verso la prospettiva di una
competizione dinamica nell’industria del softwarè’.
La Fsfe (fondazione europea per il software libero) in un comunicato afferma che
”Microsoft non potrà più considerarsi al di sopra della leggè’ e soprattutto
oggi ”è una pietra miliare per la concorrenzà’.
Il contenzioso tra la Commissione e Microsoft dura da ben 9 anni e anche la
sentenza di oggi potrebbe non mettere la parole fine. L’azienda di Bill Gates
infatti potrebbe ricorrere all’Alta corte di giustizia europea ma prima di
decidere intende leggere attentamente il dispositivo. La Commissione europea ha
sempre dichiarato che la condanna di Microsoft risponde all’esigenza di tutelare
i consumatori e la loro libertà di scelta. Gli argomenti di Microsoft poggiano
invece sul fatto che è in discussione la libertà di innovazione.
”Una grande piattaforma come Windows – afferma un esperto dell’Itc – crea una
sorta di ecosistema per migliaia di sviluppatori di software. Per ogni dollaro
di ricavi di Microsoft generato da Window questo ecosistema genera altri 7
dollari di ricavi”. La sentenza inoltre avrà effetti anche su altri dossier
aperti dall’esecutivo comunitario sul settore. La Commissione infatti ha avviato
un’inchiesta sulle pratiche di Microsoft riguardo al sistema operativo Vsta.
Un’altra inchiesta riguarda Intel nel settore dei chip e la Rambus per la sua
richiesta di royalties per l’utilizzo di alcune sue licenze per Drams (dynamic
random access memory).

 

https://www.litis.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *