Le critiche anche spietate alla magistratura fanno bnr alla democrazia -; CASSAZIONE PENALE, Sezione V, Sentenza n. 34432 del 15/09/2007
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Le
critiche, anche "spietate", all’operato della magistratura "fanno bene alla
democrazia". Che i cittadini abbiano il diritto di criticare le decisioni delle
toghe la Cassazione già lo aveva detto (al riguardo confronta
Cassazione Penale, Sezione V, n. 29232/2004 del 06/07/2004),
ma ora ha aggiunto qualcosa in più. La critica puo’ diventare anche"spietata"
davanti a decisioni che sono sentite come "ingiuste e non degne di un paese
democratico".
E’ quanto
si sostiene nella sentenza n. 34432 emessa dalla V sezione Penale in data 15
settembre 2007 con la quale la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso
presentato dal PM Mario Blandini contro l’assoluzione di un giornalista che
aveva criticato la decisione del PM di patteggiare la pena di ruggero Junker(16
anni di reclusione), accusato dell’omicidio della fidanzata.
L’utilizzo
di frasi talvolta eccessive, spiega la Cassazione, è un mezzo per farsi
interpreti della disapprovazione dell’opinione pubblica per un comportamento
processuale della pubblica accusa e per una decisione della corte di appello
ritenuti ingiusti nonchè lesivi del principio di uguaglianza dei cittadini di
fronte alla legge. L’opinione pubblica, infatti, segue con particolare
attenzione i fatti di cronaca nera e reclama processi non solo rapidi ma anche
rispettosi dei principi costituzionali. Le decisioni dei magistrati, quindi,
sono soggette a critiche se risultano ingiuste e non degne di un paese
democratico.
Nella
fattispecie fu lo stesso Pm ad usare l’espressione “pochi, maledetti e subito”
in relazione alla pena patteggiata. La critica al magistrato, conclude la Corte,
è pienamente giustificata dal momento che l’espressione utilizzata dal Pm
esprime una concezione del diritto e della giustizia quantomeno singolari.