Privacy

Paissan: utile una Carta dell’informazione giudiziaria. Occorre dignità e rispetto nel fare cronaca

Esistono già regole e
principi per l’informazione giudiziaria, ma è utile la proposta di una
specifica Carta dove far confluire tutte le indicazioni che, in modo non
organico, sono presenti nel nostro sistema". Lo ha affermato Mauro Paissan,
componente del Garante privacy, intervenendo oggi alla Giornata di studi
nazionale "Dalle notizie ‘da bar’ alle ‘notizie da galerà", organizzata presso
la Casa di reclusione di Padova.

L’approvazione di una Carta
– ha sottolineato Paissan – oltre al valore di un impegno dei giornalisti sul
piano deontologia professionale "sarebbe anche una utile occasione per
sensibilizzare il mondo dell’informazione al rispetto dei diritti di chi si
trova esposto, insieme ai propri familiari, alla cruda esibizione dei propri
fatti di vita di fronte alla pubblica opinione e spesso alla pubblica
curiosità".

Paissan ha ricordato i
principi, in parte posti dal codice deontologico dei giornalisti del 1998, che
devono sovrintendere al delicato lavoro di chi fa informazione giudiziaria:
rispetto della dignità della persona; tutela assoluta dei minori e, più in
generale, di tutti i soggetti deboli, a partire dalle vittime dei reati;
divulgazione dei nomi delle persone indagate o arrestate solo nel rispetto del
segreto investigativo; diritto all’oblio (cioè a non vedere riproposta anche a
distanza di molti anni la propria vicenda giudiziaria); divieto di pubblicare 
foto segnaletiche o foto della persona in manette o in stato di detenzione senza
il consenso dell’interessato, per la quale entra in gioco "la responsabilità
del giornalista cui è sempre affidato il compito di valutare se pubblicare
immagini di questo tipo".

Riguardo al tema specifico
della giornata, e alla necessità di bilanciare i diritti fondamentali delle
persone detenute con i diritto di cronaca, il componente del Garante ha
sottolineato che anche nella dialettica tra potere punitivo dello Stato e tutela
della dignità della persona umana dovrebbero trovare riconoscimento alcuni
spazi di riservatezza anche all’interno del carcere.

Ricordando come
nell’attività del Garante  si confrontino costantemente due pilastri della
società democratica, diritto all’informazione e diritti fondamentali della
persona, Paissan ha concluso affermando che "molti passi avanti sono stati fatti
in questi ultimi anni, ma altrettanti ne devono essere fatti per assicurare
dignità e rispetto anche a chi è coinvolto in un procedimento giudiziario".

 

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