Rfid: la Commissione Ue avvia una consultazione pubblica
La
Commissione europea ha avviato una consultazione pubblica sulle cosiddette
"etichette intelligenti", dispositivi di identificazione a radiofrequenza
(Rfid)), che sostituiranno a breve i codici a barre per i prodotti venduti nei
negozi e nei supermercati. Tali sistemi offrono grandissime opportunità alle
imprese e alla società, ma la loro efficacia in materia di localizzazione,
identificazione e tracciabilità solleva seri interrogativi sulla sicurezza e
sulla privacy. Per rispondere a tali interrogativi – alcuni dei quali potrebbero
richiedere interventi a livello legislativo – la Commissione europea ha avviato
un grande dibattito pubblico sulle opportunità e le sfide connesse con questo
tipo di tecnologia (http://europa.eu.int/…).
Per sfruttare
le sue potenzialità economiche, la Commissione ritiene necessario affrontare in
modo costruttivo, e con il coinvolgimento di tutte le parti interessate, gli
interrogativi che l’uso delle etichette Rfid suscita in relazione alla tutela
della privacy e alla protezione dei consumatori. Inoltre, perchè la tecnologia
Rfid possa essere sfruttata in tutte le sue potenzialità per la crescita e
l’occupazione, l’Europa deve definire norme tecniche comuni che ne garantiscano
la interoperabilità transfrontaliera oltre ad una banda radio comune per il suo
utilizzo.
Il dibattito
pubblico avviato oggi dalla Commissione si appoggerà su una serie di workshop
che si svolgeranno a Bruxelles tra marzo e giugno 2006. Delle loro conclusioni
la Commissione europea terrà conto per redigere un documento di lavoro sulle
tecnologie Rfid, che sarà pubblicato in settembre e sarà consultabile online.
Le reazioni a questo documento saranno poi analizzate e integrate in una
comunicazione della Commissione in materia, che sarà adottata entro l’anno, e
potrebbero essere utilizzate per apportare modifiche alla direttiva sulla vita
privata e le comunicazioni elettroniche, il cui riesame è previsto quest’anno.
Contestualmente la Commissione sta intensificando gli scambi in materia di
tecnologie RFID con gli Stati Uniti e i paesi asiatici allo scopo di definire
norme tecniche e principi etici accettati in tutto il mondo.
Va ricordato,
infine, che il Gruppo di lavoro che riunisce le Autorità europee per la
protezione dei dati ha elaborato oltre un anno fa un documento (v. Newsletter
31 gennaio-6 febbraio 2005) nel quale si sottolineava la necessità di
adottare specifiche salvaguardie fin dalla fase di progettazione e produzione
dei dispositivi che utilizzano le tecnologie Rfid. Poichè l’ impiego di tali
dispositivi puo’ comportare il trattamento di dati personali, i Garanti hanno
chiesto che venissero rispettati tutti i principi di protezione dati sanciti
dalle direttive comunitarie e dalle leggi nazionali (informativa, consenso e
possibilità di ritirarlo, sicurezza dei dati oggetto di trattamento),
utilizzando anche accorgimenti tecnologici già oggi disponibili, (ad esempio,
pittogrammi per informare gli interessati della presenza di dispositivi Rfid, o
sistemi per disattivare l’etichetta).