Attualità

Caso Alpi, Taormina: ”Non c’era volontà di uccidere. Fu un sequestro finito malè’

Un sequestro
finito male. A questo, e a niente altro è stata dovuta la morte di Ilaria Alpi
e Miran Hrovatin. Parola di Carlo Taormina, presidente della Commissione
d’inchiesta sugli omicidi della giornalista del Tg3 e del suo operatore che oggi
ha illustrato le conclusioni della relazione di maggioranza. Ilaria e Miran ha
sottolineato il deputato di Forza Italia, ”sono stati uccisi in un agguato teso
qualche minuto dopo l’uscita dall’albergo, e questo non ha alcuna possibilità
di collegamento con la consapevolezza dell’uno o dell’altro di quanto si è
detto da parte di certo giornalismo d’inchiesta che non merita questa
definizionè’.

Per il deputato azzurro infatti ”le causali della vicenda, sia nel generico che
nello specifico sono smentite dagli accertamenti della commissione: mi riferisco
alla mala cooperazione, allo smaltimento dei rifiuti tossici e al traffico di
armi”.

Quest’ultimo infatti, ha spiegato Taormina, è ”un vero sport paesano, quindi
alla luce del sole. Per i rifiuti, dagli accertamenti sulla strada Garoe-Bosaso
sono risultati solo dei materiali ferrosi e nulla di più. Rimane la mala
cooperazione, fatto certo, ma al di là di questo non è emerso nulla di
positivo o di neutro, al contrario tutto negativo sulla conoscenza di
determinate piste che avrebbe provocato la morte dei due, e cio’ è stato
avallato anche dalla minoranza mentre votava contro la relazione conclusiva di
maggioranzà’.

”Abbiamo raccolto – ha sottolineato ancora il vertice di Palazzo San Macuto –
la testimonianza del teste Giancarlo Marocchino, ad oggi in Italia protetto dal
ministero degli Interni: il teste ha dato esattamente conto di come si è svolto
l’omicidio, prima della verifica della Polizia di Stato con la Scientifica.
Marocchino, inoltre, ha avvertito i giornalisti che dovevano lasciare quella
terra perchè – ha ricostruito l’avvocato – li volevano uccidere, cosa
confermata dalla giornalista Carmen Lasorella, audita anche in commissione, che
lascio’ il Paese. Marocchino, in seguito all’agguato, soccorse Ilaria Alpi, e
nonostante cio’ è stato indicato come possibile mandantè’

Cade anche per mancanza di prove la colpevolezza di Omar Assan, ”percio’ la
Procura di Perugia – ha evidenziato la relazione – dovrebbe procedere alla
revisione della condanna. Per le responsabilità istituzionali – ha proseguito
Taormina – abbiamo già denunciato del personale Rai che ha preferito tenere
documentazione nei propri cassetti piuttosto che renderla nota alla commissione
e alcuni funzionari della Digos di Udine colti in flagranza di falsificazionè’.
”Anche all’interno della commissione – ha riferito poi il deputato azzurro – ci
sono stati tentativi di sabotaggio e di depistaggio, con l’offerta di una foto
satellitare in cambio di 10 miliardi. Noi abbiamo proceduto alla soluzione di un
mistero attraverso causali, autori e contesto nonostante da dodici anni ci sia
una centrale giornalistica di depistaggio. Il sultano di Bosaso dice che se
Ilaria e Miran avessero saputo dei segreti, non sarebbero nemmeno usciti da
Bosaso”.

Taormina ha quindi riconfermato che si è trattato di un tentativo di rapimento
sfociato in una sparatoria a seguito del colpo esploso dalla guardia del corpo
dei due giornalisti. ”La sparatoria e l’uccisione, dunque – ha concluso
l’esponente di Forza Italia – sono da considerarsi come l’esito di un sequestro
andato a male. Ilaria Alpi e Miran Hrovatin sono due eroi del giornalismo
italiano uccisi sul campo in uno scontro verificatosi a cinque metri e 20 di
distanza, con arma lunga e non corta come s’era detto all’inizio. Vorrei fare un
appello ai genitori di Ilaria Alpi: piangiamo insieme Ilaria per una ragione
vera invece di questa gazzarra a colpi di querele e di avvocati”.

Ma le conclusioni dell’inchiesta parlamentare non hanno affatto convinto i
genitori di Ilaria, Giorgio e Luciana Alpi, i quali tramite il loro legale,
Domenico D’Amati, hanno presentato una memoria alla Procura di Roma nella quale
si sottolinea che Taormina ha ”sorvolato su alcuni dati informativi che
avrebbero richiesto un approfondimento”. E ha ”improvvisamente sposato senza
riserve la tesi, sostenuta dall’imprenditore Giancarlo Marocchino, secondo cui
l’omicidio sarebbe stato commesso casualmente nel corso di un tentativo di
sequestro” della giornalista del Tg3 e dell’operatore Miran Hrovatin.

Il legale dei coniugi Alpi ha annunciato inoltre di aver avuto mandato di
sporgere querela nei confronti di Taormina, ”giunto a dichiarare che l’ultima
missione della giornalista fu in realtà un periodo di vacanze. Invece – precisa
D’Amati nella memoria – dalle stesse indagini della commissione è risultato che
Ilaria e Miran, durante la missione in Somalia, lavorarono intensamente tutti i
giorni, tranne il venerdi’, festività locale, in cui lavorarono solo mezza
giornatà’

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