Aborto, Prestigiacomo: ”La 194 conquista di civiltà”
Roma, 22 nov. – ”La
legge 194 ha
rappresentato e rappresenta una conquista di civiltà per le donne che sono
state sottratte alla tragedia degli aborti clandestini e che, come sai, è
stata ribadita dalla volontà popolare con un referendum che ha visto la
stragrande maggioranza degli italiani e delle italiane (27 milioni, oltre l’88%
dei votanti) pronunciarsi contro la proposta di abrogazione della leggè’. Il
ministro per le Pari Opportunità, Stefania Prestigiacomo, si
rivolge con una lettera aperta al titolare della Salute Francesco Storace.
Spiegando che ”tutti abbiamo a cuore la piena e corretta applicazione di
questa normativa e credo anche sia un dovere istituzionale del Ministero della
Salute avere piena conoscenza dello stato di applicazione della normativa in
tutte le sue parti”. ”Sinceramente -sottolinea Prestigiacomo- ritengo che
questi dati dovrebbero già essere in possesso del Ministero della Salute e
quindi trasmissibili al Parlamento, per questo mi lascia perplessa la proposta
che è stata avanzata, di avviare un’indagine conoscitiva parlamentare sullo
stato di attuazione della 194”.Concordando con la necessità di una corretta
applicazione della legge 194, esprime pero’ qualche perplessità sulla proposta
di una indagine conoscitiva da parte del Parlamento, sottolineando che tali
dati dovrebbero già essere in possesso del ministero della Sanità.
”Prendo atto con piacere – scrive il ministro per le Pari Opportunità – della
tua dichiarazione odierna con la quale ha confermato che non è tua volontà di
modificare la legge 194 e che quando ti riferisci all’intervento dei volontari
nei consultori, intendi una ‘presenza pluralè.
Secondo il ministro ”il Parlamento ha tutto il diritto di avviare indagini
conoscitive sull’applicazione delle leggi dello stato. Ma – aggiunge- poichè
nel caso specifico tali dati dovrebbero esistere già, l’avanzare questa
proposta a fine legislatura puo’ avere il sapore della battaglia ideologica
che, ahimè, divide e si presta alle strumentalizzazioni cui stiamo assistendo
in questi giorni”. ”Certo è -prosegue Prestigiacomo- che la 194 va
applicata, come giustamente tu ribadisci, in tutte le sue parti, e quindi anche
all’articolo 9 nella parte in cui, in materia di obiezione di coscienza,
assicura che ‘gli enti ospedalieri e le case di cura autorizzate sono tenuti in
ogni caso ad assicurare l’espletamento delle procedure previste e
l’effettuazione degli interventi di interruzione della gravidanzà e che le
regioni ‘ne controllano e garantiscono l’attuazione anche attraverso la
mobilità del personalè. Siamo certi che tutte le strutture rispettino le
prescrizioni della 194 in
questa materia?”
Nella sua missiva la Prestigiacomo segnala a Storace che ”come recentemente
denunciato da un’inchiesta sugli ospedali romani nel corso della trasmissione
televisiva Matrix, sono tante le donne che vorrebbero avvalersi della
cosiddetta ‘pillola del giorno dopo’ e non possono farlo. Il farmaco è infatti
acquistabile in farmacia solo dietro prescrizione medica, ma in molti casi le
donne trovano nei presidi sanitari pubblici medici che avvalendosi,
legittimamente, della obiezione di coscienza prevista nella 194, si rifiutano
di prescriverla. Ma -sottolinea- come sai, la pillola del giorno dopo va presa
con urgenza ed entro un certo numero di ore, e quindi il ritardo, a causa della
inadempienza dei presidi pubblici, puo’ vanificarne l’effetto”. ”Ti vorrei
chiedere quindi -conclude l’esponente di Fi – se questa tua volontà istituzionale
e tecnica di verifica della 194 hai intenzione di estenderla anche a questi
casi di eventuale violazione della normativà’.
”Chiediamo chiarezza e non bla-bla propagandistici sulla legge 194. Per questo
poniamo alcune domandè’. Lo afferma il ministro della Salute, Francesco
Storace, che sul sito www.listastorace.it
fa il punto sulla 194, rispondendo indirettamente alla Prestigiacomo. E pone
dieci quesiti, per far riflettere tutti, a partire dal mondo delle politica,
sull’attuazione della legge sull’aborto, in particolare degli articoli dedicati
alla prevenzione. Ma anche sulla pillola abortiva RU486, al centro delle
polemiche. Ecco le dieci domande rivolte da Storace. 1) La legge 194/78 va
applicata o no? 2) Gli articoli da 1
a 5 relativi alla prevenzione sono stati abrogati o sono
vigenti? 3) Il
fatto che a fronte di 500.000 nati l’anno si registrino 130.000 aborti deve far
riflettere o no? 4) La legge prevede che le Regioni inoltrino al ministero i
dati a disposizione sull’attuazione delle norme. Si puo’ ragionare sui quesiti,
magari concordandoli, per un più efficace monitoraggio? 5) E’ giusto ignorare
la previsione di legge sulla presenza dei volontari nei consultori? 6) E’ vero
o no che fino allo scorso anno non c’è stata alcuna richiesta di importazione
dall’estero della cosiddetta pillola abortiva? 7) Come mai solo da quest’anno e
in alcune Regioni si accende improvvisamente la volontà di far acquistare la
pillola RU486, beffando le norme sull’ingresso in Italia di farmaci non
registrati nel nostro Paese? 8) Perchè l’azienda produttrice non attiva la
richiesta di registrazione in Italia? 9) E’ lecito domandarsi il perchè di una
sperimentazione per valutare l’efficacia del farmaco, mentre c’è chi dice
‘compriamolo lo stesso’? 10) Un ministro ha o no il dovere di far rispettare le
leggi dello Stato?