Sme, Ariosto assolta: non calunniò intenzionalmente Priore
Milano, 3 nov. Finisce
con un’assoluzione con formula piena, e l’avvio di un probabile nuovo
procedimento, la causa che ha visto Stefania Ariosto accusata di calunnia nei
confronti del giudice romano Rosario Priore. Secondo il Tribunale di Milano,
infatti, ‘Omegà, l’ex teste chiave della Procura meneghina nei processi sulle
cosidette ‘toghe sporchè, dichiaro’ il falso su Priore, definito un giudice a
libro paga di Cesare Previti. Ma il dolo non è stato accertato: in sintesi,
non è stato provato che l’Ariosto abbia accusato Priore sapendolo invece
innocente. ”Sono molto contenta per questa assoluzione. Ora aspetto di leggere
le motivazione -dice Stefania Ariosto- ma sono soddisfatta perchè tra le tante
possibili soluzioni di questo processo quella pronunciata dal giudice ha fatto
propria la richiesta che avevamo avanzato”.
Per l’ex teste Omega la soddisfazione incassata con la sentenza pronunciata
alle 15 dal giudice monocratico Oscar Magi è pero’ adombrata da un nuovo
‘guaio’ che, questa volta, porta il nome del suo ex compagno, Vittorio Dotti.
Il nuovo caso non è altro, in realtà, che il finale di una lunga serie di
dichiarazioni rese nel corso degli anni da Stefania Ariosto contro il suo ex
compagno. Solo che questa volta le sue parole sono finite in un verbale
d’udienza che è stato trsmesso alla procura milanese affinchè valuti gli
estremi di una diffamazione o di una chiamata in correità.
I fatti intanto. Tutto inizia quando, questa mattina, Stefania Ariosto, nella
sua veste di imputata, decide di rendere dichiarazioni spontanee. L’ex teste
parla per un’ora e se la prende soprattutto con Dotti. ”La responsabilità di
questa presunta calunnia -dice in aula- è di Dotti. Io mi sono limitata a dire
quello che mi ha riferito lui. Nè del resto avevo interesse a dire il falso”.
Se non bastasse questa dichiarazione, Stefania Ariosto ‘addossà all’ex
parlamentare di Forza Italia ed ex legale di Fininvest la colpa di un po’ tutti
i suoi guai di ex testimone eccellente. A lui attribuisce un ”comportamento
nefando” nell’averla lasciata sola contro ”un gruppo aggueritissimo”.
Davanti al giudice e alle parti si lamenta di aver passato ”nove anni con un
uomo senza rendermi conto di avere una serpe in seno”. E ancora: ”Non porto
nessun rancore verso Berlusconi e Previti… quello che non dimentico è il
ricordo osceno di un uomo che ha tradito tutti”. Più volte il giudice è
costretto ad interrompere l’imputata per ricordarle che ”questa non è la sede
di una vendettà’.
Lo scontro non si consuma solo in aula. Tempo un’ora dalle dichiarazioni di
Stefania Ariosto, ed è lo stesso Dotti a presentarsi ai giornalisti in
Tribunale per dichiarare che le accuse di Stefania Ariosto sono ”una balla
colossalè’. L’ex parlamentare smentisce e si dice sconcertato: ”Sono parole
-afferma- che arrivano a dieci anni dai fatti. Ed è chiaro che rappresentano
l’estremo tentativo di scaricare sugli altri le responsabilità. Ma questa
volta -minaccia Dotti- mi riservo di tutelarmi nelle sedi competenti”. Il legale ricorda di
aver già pagato con ”danni incalcolabili” la scelta fatta dalla ”sola
Stefania Ariosto” di testimoniare contro Cesare Previti e Silvio Berlusconi.
”Io ho saputo quel che faceva a cose fatte. Non c’entro nientè’. Ma questa
volta saraàun pm a decidere d’ufficio se le parole dell’ex teste rappresentano
uno sfogo personale, magari eccessivo, una correità in un reato, cioè di
calunnia contro Priore, rispetto al quale pero’ Stefania Ariosto è stata
assolta, oppure se ci sono gli estremi per una diffamazione.