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Diritto di cronaca, adozioni e tutele per gli interessati

E’ illecito pubblicare  fotografie e notizie in
grado di rendere identificabile un ragazzo adottato o la  madre naturale.
In questi casi il giornalista deve essere ancora più attento a tutelare la
riservatezza delle persone.

Si è concluso con un divieto di uso dei dati
personali, disposto dal Garante nei confronti di un quotidiano locale, il
procedimento aperto dopo la segnalazione del Tribunale per i minorenni delle
Marche. Ora il giornale non dovrà più pubblicare, neanche sul sito web della
testata, a pena di sanzione penale, le informazioni relative al ragazzo e alla
madre naturale e dovrà attenersi, per il futuro, alle indicazioni fornite dal
Garante. Sul giornale erano comparsi alcuni articoli nei quali si dava notizia
di un nonno che desiderava incontrare il nipote, ora maggiorenne, adottato nei
primi anni di vita. Negli articoli venivano riportati particolari che il
Garante ha ritenuto lesivi della riservatezza e in grado di recare grave
pregiudizio alle persone coinvolte. Erano stati pubblicati, infatti, il nome,
il luogo di nascita del ragazzo, una foto che lo ritraeva da piccolo, i nomi
della madre e del nonno,  dati  che nel loro insieme rendevano
direttamente  identificabili i protagonisti della vicenda nella cerchia degli
amici e dei conoscenti.  Cio’, in aperto contrasto sia con il Codice in
materia di protezione dei dati personali, sia con il Codice deontologico dei
giornalisti nella parte in cui stabiliscono che il giornalista puo’ diffondere
dati personali nei limiti dell’essenzialità dell’informazione, in particolare
quando si tratta di  dati o circostanze per i quali l’ordinamento prevede
speciali cautele. La pubblicazione di informazioni cosi delicate viola,
inoltre, la disciplina vigente che riconosce speciali  cautele e procedure
per l’acceso, perfino da parte della persona adottata, ad informazioni relative
allo stato di adozione e ai genitori biologici (raggiungimento del
venticinquesimo anno di età dell’adottato, gravi motivi psico–fisici,
autorizzazione del Tribunale per i minorenni).

 

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