Risparmio, dal Senato via libera alla riforma. Il provvedimento passa ora all’esame della Camera
Roma. 11 Ottobre – Via
libera del Senato alla riforma del risparmio. Il provvedimento, che ora passa
all’esame della Camera in terza lettura con un testo modificato in alcuni
passaggi chiave, ha ricevuto il via libera con 140 voti favorevoli, 67 contrari
e 3 astenuti. All’interno del provvedimento, la riforma della Banca d’Italia,
con l’introduzione del mandato a termine per il Governatore e il passaggio allo
Stato delle partecipazioni detenute dalle banche nel capitale, ma anche norme
più stringenti su falso in bilancio e paradisi fiscali, il congelamento al 30%
dei diritti di voto delle fondazioni negli istituti di credito e una nuova
norma sul conflitto banche-imprese.
Ecco, in sintesi, i capitoli principali del provvedimento:
RIFORMA BANKITALIA: la riforma dell’Istituto prevede: mandato a termine di 7
anni non rinnovabile per il Governatore; il cambiamento dell’assetto
proprietario con la maggioranza delle quote di partecipazione al capitale di
Via Nazionale in mano allo Stato e il resto ad altri enti pubblici (l’onere è
calcolato in 800 milioni di euro); la sospensione dei diritti di voto delle
banche azioniste (diritti che verrano esercitati dallo Stato) fino al
trasferimento delle quote di partecipazione; il parere preventivo del
Direttorio per i provvedimenti del Governatore di rilevanza esterna e per
quelli adottati su sua delega; la forma scritta e la motivazione degli atti
adottati da Palazzo Koch.
TETTO FONDAZIONI: viene fissato il limite al 30% dei diritti di voto delle Fondazioni
nel capitale delle banche. In particolare, a partire dal primo gennaio 2006 le
Fondazioni non potranno esercitare
il diritto di voto nelle assemblee ordinarie e
straordinarie delle banche per le azioni detenute oltre il 30% del capitale
votante nelle stesse assemblee. La norma prevede, inoltre, che con delibera
dell’assemblea straordinaria delle società interessate, le azioni eccedenti il
30%, possono essere convertite in azioni prive di diritto di voto.
CONFLITTI BANCHE-IMPRESE: è stata varata una norma che affida alla Banca
d’Italia la facoltà di decidere, a seconda dei casi e della partecipazione
detenuta, il livello di indebitamento che gli azionisti di una banca o i
sottoscrittori di patti di sindacato possono detenere nei confronti della banca
stessa.
SOCIETA’ REVISIONE: diventa più ‘stringentè la disciplina sulle società di
revisione. L’aula del Senato ha, infatti, cancellato una norma approvata dalle
Commissioni di Palazzo Madama che introduceva una limitazione alla
responsabilità civile della società di revisione. La norma soppressa
prevedeva che ”le società di revisione devono rispondere per danni accertati
sul loro operato per un importo fino a 10 volte il corrispettivo percepito per
l’incarico di revisione, riferito al singolo bilancio oggetto di revisione,
oppure fino ad un importo pari al 20% del capitale sociale della società di
revisione qualora tale parametro risulti superiore al precedentè’.
PARADISI FISCALI: la norma dispone che sia il governo ad individuare gli Stati
‘non trasparenti’ ed ancora che sia la Consob a fissare i criteri in base ai
quali è consentito ”alle società italiane quotate in Borsa e a quelle
emittenti strumenti finanziari diffusi tra il pubblico in maniera rilevante, di
controllare imprese con sede in uno di questi Stati". A questo fine,
”sono prese in considerazione le ragioni di carattere imprenditoriale che
motivano il controllo e l’esigenza di assicurare la completa e corretta
informazione societaria". In caso di inottemperanza, la Consob puo’
denunciare i fatti al tribunale affinchè siano adottate le misure previste.
DEPOSITI DORMIENTI: è stata soppressa la norma sui cosiddetti depositi
silenti. La scelta effettuata dal Senato è legata alle disposizioni contenute
in Finanziaria, in base alle quali i risparmiatori coinvolti nei crack
finanziari come quello Cirio e Parmalat o nelle vicende dei tango bond saranno
in parte rimborsati attraverso un Fondo alimentato dai conti correnti rimasti
inutilizzati presso le banche, vale dire i depositi cosiddetti dormienti.
COORDINAMENTO AUTORITA’: puo’ realizzarsi attraverso protocolli d’intesa o
comitati di coordinamento, senza oneri per le finanze pubbliche, con riunioni
almeno annuali. Viene meno, quindi, l’obbligo di costituire un comitato di
coordinamento tra le autorità di cui il ministro puo’ chiedere la
convocazione.
FALSO IN BILANCIO: l’art. 29 del ddl risparmio introduce norme più stringenti
sul falso in bilancio. In particolare, per le società quotate la pena è
aumentata da 2 a
6 anni, anzichè da 1 a
4 anni. E’ prevista inoltre la sanzione amministrativa dell’interdizione, da 1 a 5 anni, dagli uffici
direttivi delle società o dall’ufficio di amministratore, sindaco, direttore
generale e altre cariche.
ASSUNZIONI CONSOB: L’autorità è autorizzata ad assumere personale per
fronteggiare i nuovi compiti previsti dalla riforma. Gli oneri delle nuove
assunzioni, autorizzate con decreto del ministero dell’Economia, sono a carico
delle entrate autonome di cui dispone la Commissione, ovvero i contributi
dovuti dalle società sottoposte a vigilanza.
COLLABORAZIONE GDF: prevista la collaborazione della Guardia di Finanza a
Bankitalia, Consob, Isvap, Covip e Antitrust nell’esercizio dei poteri di
vigilanza informativa e ispettiva. Tutti i dati acquisti devono essere comunicati
”esclusivamentè’ alle Autorità ”in relazione alle specifiche finalità
degli accertamenti”.