Terrorismo, alle Forze armate i poteri di agenti ps
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Lo prevede un
emendamento al dl sulla sicurezza nella pubblica amministrazione approvato dal
Senato e in discussione alla Camera
”I militari
delle Forze armate, al fine di prevenire o di impedire comportamenti che possono
mettere in pericolo l’incolumità di persone o la sicurezza delle strutture
vigilate, possono procedere alla identificazione e alla perquisizione sul posto
di persone e mezzi di trasporto a norma dell’articolo 4 della legge 22 maggio
1975, n. 152, richiedendo comunque l’intervento delle Forze dell’ordine, a cui
consegnano le armi, gli esplosivi e i materiali eventualmente ricevuti”. E’
quanto prevede un emendamento all’articolo 12-ter del decreto su ‘disposizioni
urgenti per assicurare la funzionalità di settori della pubblica
amministrazionè, approvato dal Senato il 20 luglio scorso e da oggi all’esame
della Camera.
Delle operazioni di perquisizione dovrà essere informato ”senza ritardo e
comunque entro le 48 orè’ il procuratore della Repubblica presso il tribunale
del luogo in cui gli accertamenti vengono effettuati. L’autorità giudiziaria,
se ne ricorrono i presupposti, convalida gli atti entro le successive 48 ore.
L’attribuzione legislativa al personale delle forze armate dello status di
agente di Ps consente ai militari di identificare e perquisire eventuali
sospetti e mezzi di trasporto, anche per prevenire o impedire comportamenti che
possono mettere in pericolo l’incolumità delle persone o la sicurezza.
Non è la prima volta che ai militari viene conferita la qualifica di agente di
Ps: era già accaduto negli anni ’90 in occasione delle operazioni ‘Vespri’ in
Sicilia, ‘Riacè in Calabria o ‘Partenopè a Napoli, nelle quali i militari
dell’Esercito operarono in ausilio alle forze dell’ordine per contrastare la
criminalità organizzata. Dopo gli attentati dell’11 settembre, le forze armate
sono state impegnate nell’operazione ‘Domino’ per la vigilanza degli ‘obiettivi
sensibili’ a rischio di attentato. L’operazione, ancora in atto, ha visto fino a
4.000 militari impiegati in servizi di sorveglianza e pattugliamenti.
Ma il vicepresiendte della commissione Giustizia della camera punta il dito
contro l’emendamento: ”Eventuali poteri all’esercito per attività di ordine
pubblico non possono essere discussi in provvedimenti che riguardano tutt’altra
materià’. ”Semmai – spiega – il governo discuta la norma nel pacchetto
sicurezza, all’interno di un disegno organico di lotta al terrorismo. Resta la
nostra forte preoccupazione per l’attribuzione dei poteri della polizia
giudiziaria, che prevedono addirittura il fermo da convalidare nelle 48 ore: si
tratta di una misura di dubbia costituzionalità, introdotta surrettiziamente,
con un metodo senz’altro odioso”