Giustizia, oggi lo sciopero dei magistrati
Roma, 14 lug.
(Adnkronos/Ign) – Magistrati in sciopero oggi, proprio nel giorno della presa
della Bastiglia. Una data scelta dall’Anm con "amarezza", come
"atto estremo" di protesta per continuare a far sentire il ‘no’ di
"tutta la magistratura" a "una pessima legge che, al di là
degli intenti chiaramenti punitivi dei suoi promotori, non risolve uno solo dei
problemi che affliggono la giustizia, nessun beneficio porterà ai cittadini e,
anzi, provocherà gravissime e immediate disfunzioni nell’organizzazione giudiziaria".
E il centro-destra ha già minacciato di denunciare coloro che decideranno di
incrociare le braccia per la quarta volta in tre anni contro lo stesso
provvedimento. "Il 14 luglio – ha anticipato la scorsa settimana il
ministro leghista per le Riforme Roberto Calderoli – denuncero’ tutti i
magistrati che scioperano”. Anche il relatore del testo in Senato, Luigi
Bobbio (An), sarebbe intenzionato a presentare un esposto contro l’Anm per
”istigazione a delinquerè’.
”Siamo tranquilli – ha replicato a stretto giro di posta lo stesso leader del
‘sindacato delle toghè Ciro Riviezzo -. Il nostro sciopero è del tutto
legittimo: esercitiamo un diritto costituzionalmente garantito, nel pieno
rispetto della legge e del nostro codice di autoregolamentazionè’. Il nuovo
sciopero dei magistrati, sostiene l’Anm, è contro un testo della riforma,
quello approvato dal Senato, che contiene ancora "aspetti di palese
incostituzionalità". A cominciare dall’emendamento Bobbio, che "per
molto tempo provocherà la paralisi del Csm" nell’assegnare le poltrone di
vertice degli uffici giudiziari. Un emendamento ribattezzato ‘anti-Caselli’
perchè escluderebbe dalla ‘corsà per la guida della Superprocura antimafia
proprio l’attuale pg di Torino. In questo modo, secondo l’Anm, il Parlamento
"incide direttamente e in modo palese su concorsi in atto, escludendo
determinati soggetti e, di conseguenza, favorendone altri, in violazione del
principio di divisione dei poteri costituzionalmente protetto". La
modifica introdotta a Palazzo Madama, ha sostenuto l’Anm sollecitandone la
"soppressione", "non adegua il testo al dettato costituzionale e
allo spirito del messaggio del capo dello Stato, poichè è evidente che con la
soluzione adottata potranno lo stesso prendere corpo quei rischi di
condizionamento che il Presidente ha evidenziato".
C’è poi il ‘nodo’ relativo agli incarichi direttivi. Resta fermo il potere del
ministro della Giustizia di impugnare i provvedimenti del Csm in materia: per
questo, a giudizio dell’Anm, la modifica è "palesemente
incostituzionale" e anche in questo caso "andrebbe, semplicemente
soppressa". Quanto ai concorsi, "la proposta emendata risulta in più
evidente contraddizione con il messaggio presidenziale", visto che si
continua ad "imporre al Csm di prendere in considerazione solo i candidati
positivamente valutati dalle commissioni esterne o dalla Scuola": si
conferma, cosi’, "l’evidente disegno di ridimensionamento dei poteri
spettanti in via esclusiva al Csm". E "incompatibile con il richiamo
del Capo dello Stato" resta anche, ha argomentato ancora l’Anm, "la
modalità concorsuale dell’esame, prevista per una quota dei posti di secondo
grado e di legittimità annualmente resisi vacanti".
In merito ai numeri della protesta, sono 175 i capi degli uffici che hanno già
aderito allo sciopero. Lo ha anticipato lo stesso ‘sindacato delle toghè,
sottolineando che "la massiccia adesione dimostra la contrarietà anche
dei dirigenti alle forme di gerarchizzazione previste nella proposta di
riforma". Allo sciopero partecipano "anche diversi magistrati che
prestano servizio all’Ispettorato del ministero della Giustizia",
riferisce ancora l’Anm, che dà notizia di "attestati di solidarietà"
inviati da "associazioni di magistrati europei come A.E.M. e Medel,
sindacati e associazioni della società civile, e dalla Federazione nazionale
della stampa italiana". L’Anm sottolinea come sia "diffuso il
consenso alle preoccupazioni per l’indipendenza e l’autonomia della
magistratura manifestate", auspicando che "di tutto cio’ si tenga conto
nel corso dell’esame parlamentare".