Fecondazione, affluenza bassa nella prima giornata di voto
Roma, 12 giu. –
(Adnkronos/Ign) – Urne aperte per i quattro referendum sulla fecondazione
assistita. I seggi si sono aperti alle 8 di questa mattina e si chiuderanno
alle 22. Ma sarà possibile votare anche domani dalle 7 alle 15. La vera sfida è
quella del raggiungimento del quorum visto che lo schieramento contrario alle
modifiche sulla legge 40 ha
condotto una battaglia a favore dell’astensione. La consultazione referendaria
per essere valida deve raggiungere la soglia del 50% più uno degli aventi
diritto. Considerando anche i 2.665.033 italiani all’estero, il quorum sarà
raggiunto se voteranno 24.865.677 italiani.
Alle 19 l‘affluenza
si è attestata al 13,3%, secondo i dati diffusi dal Viminale, relativamente a
tutte le 110 province italiane interessate dal voto. Il dato non fa ben
sperare, visto che si tratta di una percentuale di poco superiore a quella
(allora era del 10,4%) del referendum del 2003 sull’articolo 18. Fallito
proprio perchè si fermo’ al 25,7%. Il dato dell’affluenza relativo alle 12
invece si era attestato al 4,6%.
Ma proprio le rilevazioni del Viminale sono nel mirino dei radicali. ”Due le
furbatè’, accusa il segretario Daniele
Capezzone. La prima ”è (la cosa ci è stata confermata da
svariati seggi) l’anticipazione nella rilevazione dei dati rispetto alle
scadenze canoniche. Se si dice che si dà il dato di affluenza alle 12, bisogna
dare il dato delle 12, e non -come pare sia accaduto da moltissime parti-
quello delle 11.15”. ”Insomma, il Viminale diffonde sempre dati un po’ arretrati
e un po’ sottostimati, per evidenti ragioni di pressione psicologica sugli
elettori incerti. E’ una scelta grave e discutibile. La seconda furbata -spiega
Capezzone- riguarda perfino…gli italiani all’estero che sono tornati in
Italia, e a cui stavolta si sta impedendo di votare. Insomma, gli stessi
elettori a cui due mesi fa si è consentito in Italia di votare per le
regionali, oggi sono stati respinti (abbiamo già decine di segnalazioni). Ma
che ‘ripuliturà degli elenchi è stata fatta? A che gioco gioca il
Viminale?”, si chiede il leader radicale. Intanto il segretario dei Ds Piero Fassino assicura
che ”anche senza quorum si aprirà un confronto in Parlamento per cambiare la
leggè’.
Tra i primi a recarsi alle urne il capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi. Il presidente della
Repubblica, insieme alla moglie Franca, è arrivato al seggio della scuola
media statale ‘Mazzini’, in via Bacchiglione a Roma, verso le 10.20 ed è stato
accolto da un caloroso applauso. Ma in mattinata hanno votato anche il leader
dell’Unione Romano Prodi a Bologna intorno alle 10.10, verso le 11 nello stesso
liceo Galvani l’esponente della Margherita Arturo Parisi, a Torino il
segretario dei Ds Piero Fassino è entrato nel seggio alle 10 accompagnato
dalla madre, alle 10.30 il sindaco di Roma Walter Veltroni ha varcato la soglia
di via Novara. Nello stesso seggio, ma verso le 16.30, ha votato anche il
leader di An Gianfranco Fini. Il più mattiniero è stato Marco Pannella. Il
leader dei Radicali ha votato alle 8.15 al seggio di via del Lavatore 38,
davanti alla Fontana di Trevi. Sorridente, in completo blu e camicia bianca,
l’europarlamentare era arrivato con più di mezz’ora d’anticipo (intorno alle
7.30 ) davanti all’edificio, ma all’apertura del seggio è dovuto tornato a
casa di corsa perchè si era accorto di avere dimenticato la tessera
elettorale.
Alle
urne sono chiamati oltre 50 milioni di italiani, 26 milioni di donne e 24
milioni di uomini. Le sezioni elettorali sono 60.0664. Quattro i quesiti su cui
si vota, corrispondenti ad altrettante schede di colore diverso: celeste per il
primo (eliminazione del divieto alla ricerca sulle cellule staminali
embrionali), arancione per il secondo (norme sui limiti all’accesso), grigio
per il terzo (norme sulla finalità, sui diritti dei soggetti coinvolti e sui
limiti all’accesso), rosa per il quarto (divieto di fecondazione eterologa).