PROCREAZIONE: RUINI, DIRITTO DELLA CHIESA INDICARE IL NON-VOTO
”Non
vogliamo forzare le coscienzè’ e ”esacerbare le contrapposizioni”, ma il
referendum ”non lo abbiamo voluto noi”, che non siamo contro nessuno, ma ”a
favore della vita umana nascentè’. Il cardinale Camillo Ruini ha concluso il
convegno diocesano di Roma dedicato alla famiglia con una netta riaffermazione
del diritto della Chiesa a invitare all’astensione ai referendum del 12 giugno.
Di fronte a circa 2.000 persone, compresi 400 tra parroci e diaconi e oltre 200
religiosi e religiose della diocesi, e dopo aver ricordato ”la grande conferma
e incoraggiamento” avuti dal Papa lunedi’ scorso, all’apertura del convegno,
il vicario di Roma ha voluto ”ringraziare ciascuno di voi – ha detto – per
quel che state facendo in rapporto al referendum e alla scelta consapevole del
non voto”.
”Non siamo noi ad aver voluto il referendum, – ha proseguito Ruini –
non siamo e non saremo noi ad esacerbare i contrasti e le contrapposizioni; non
vogliamo forzare le coscienze ma soltanto illuminarle; non siamo contro
nessuno, lavoriamo invece per qualcuno: per la vita umana nascente, certo, e
per i figli che hanno diritto a conoscere i propri genitori, ma anche per le
donne e gli uomini di oggi e di domani, che devono sempre essere considerati e
trattati come persone e non come prodotto di laboratorio o oggetto di
sperimentazione, e che anche nel loro giusto desiderio di essere genitori vanno
aiutati a non dimenticare che il figlio rimane sempre, prima che una propria
soddisfazione, una persona da accogliere in dono”. Le sue parole sono state
interrotte da quattro applausi.
Anche se a tre giorni dai referendum Ruini attirerà l’attenzione per
cio’ che ha detto su questo tema, la sua relazione conclusiva contiene anche la
notizia dell’apertura, il 28 giugno alle 19, del processo di beatificazione di
papa Wojtyla. E contiene una analisi dei compiti che spettano alla diocesi per
sostenere le famiglie nel loro ruolo di educatrici alla vita e alla fede. In
questo ambito il cardinale ha indicato due ”nodi” nel rapporto con i giovani
e nella loro educazione: la ”libertà” e la ”sessualità”. Per entrambi i
nodi, ha invitato a andare contro la mentalità dominante. ”La libertà – ha
osservato – attualmente viene per lo più compresa e vissuta in un orizzonte
relativistico e consumistico, come una continua ricerca del proprio piacere,
incapace di giungere a una vera decisione, e soprattutto al dono di sè”. Si
tratta allora per gli educatori di ”dare testimonianza di donazione, e aiutare
i giovani a fare esperienze positive di una libertà liberata e capace di
esprimersi appieno”.
Il secondo nodo, per Ruini, è dato ”dall’impatto provocato da una
società e cultura che separano sistematicamente la sessualità dall’amore
altruistico e dalla personà’. Tale impatto ”non permette infatti a tanti
ragazzi, adolescenti e giovani, di percepire il senso autentico della
sessualità stessa, secondo il disegno di Dio, e di integrarla in una
prospettiva di vità’. Compito della Chiesa sarà allora ”aiutare i giovani a
scoprire il senso pienamente umano, e non soltanto biologico, del corpo e della
sessualità” e ”ribaltare un pregiudizio diffuso, facendo comprendere che la
fede cristiana non è affatto ostile al corpo e alla sessualità, ma al contrario
ci aiuta a scoprire pienamente il loro genuino valorè’.
Ruini aveva aperto i lavori dando personalmente ”la bella notizià’
della liberazione di Clementina Cantoni