CONCLUSA SFILATA DEL 2 GIUGNO, CIAMPI: AMATE LA PATRIA, ONORE AI CADUTI
ROMA – I
tricolori di ieri, quelli dei reparti militari ‘resistenti’ che dopo l’8
settembre scelsero di combattere al fianco di partigiani ed alleati nella
guerra di Liberazione, nascosti anche sotto terra pur di sottrarli alla furia nazista,
e quelli di oggi, lucidi ma listati a lutto per la morte dei quattro militari
precipitati in Iraq con il loro elicottero e ai quali migliaia di italiani
hanno riservato l’applauso più caloroso, più sentito.
E’ un unico filo quello che lega la parata militare che oggi ai Fori
Imperiali ha salutato il 59/esimo compleanno dell’Italia democratica: un filo
bianco rosso e verde fatto di uomini che oggi come allora sono morti per
l’Italia e i suoi valori.
Doveva essere una festa e festa è stata, con lo Stato al completo sul
palco autorità e i cittadini con tanto di tricolori e cappellini delle forze
armate a far da cornice festante. Ma l’incidente avvenuto martedi’ a Nassiriya
ha aleggiato sui presenti per tutte le due ore della sfilata come un fantasma
impossibile da scacciare. Non ha oscurato pero’ quello che era il tema
principale e il significato più profondo scelto per la sfilata di quest’anno:
ribadire che se vi furono militari che aderirono alla repubblica di Salo’, ve
ne furono altri, molti altri, che senza tentennamenti scelsero la democrazia. E
contribuirono concretamente al processo che porto’ alla nascita di quella
Repubblica che oggi compie gli anni.
La sfilata ha preso il via alle 10, in perfetto orario come da rigido
protocollo militare, con il presidente Ciampi che ha preso posto sul palco
presidenziale, dopo aver deposto una corona al Milite Ignoto e aver salutato i
reparti schierati. Accanto a lui i presidenti di Camera e Senato, Casini e
Pera, il premier Berlusconi e il presidente della Corte Costituzionale
Capotosti. Poco più il là il ministro della Difesa Martino e il capo di Stato
Maggiore della Difesa Di Paola. Attorno ministri, vertici istituzionali e
militari, rappresentanti delle opposizioni e delle forze dell’ordine.
”Dovete essere orgogliosi di appartenere alle forze armate della
Repubblica, che presidiano la sicurezza nazionale e contribuiscono alla civile
convivenza anche lontano dai nostri confini” ha detto il ministro Martino nel
messaggio rivolto a tutti i militari. Un orgoglio che certo aveva chi, ha
proseguito il ministro, ”incammino’ la Patria sulla via del progresso” e al
quale va ”ammirazione e riconoscenzà’.
Proprio le divise di quei militari hanno sfilato per la prima volta ai
Fori: vecchie e storiche uniformi del regio esercito e dei parà della Nembo,
degli aviatori con il caschetto in pelle e gli occhialoni e dei marinai.
Accompagnate da bandiere consunte e armamenti che fanno sorridere se
confrontati con quelli di oggi, sfilati subito dopo. Ad aprire la sfilata, come
da tradizione, era stata la banda dei carabinieri seguita dalle bandiere delle
4 forze armate. Quella dell’Esercito era abbrunata con due veli neri in ricordo
degli elicotteristi morti, cosi’ come quella del 7/o reggimento ‘Vegà e del
reggimento ‘Antares’, cui i 4 appartenevano. Lungo il percorso dal Colosseo a
Piazza Venezia – nel complesso hanno sfilato quasi 9mila militari e 533 civili,
383 mezzi e 365 cavalli, 42 aerei e 37 elicotteri – è stata poi la volta dei
reparti impegnati nelle missioni fuori dall’Italia, Iraq e Afghanistan in
testa: quelli della brigata Sassari con il loro suggestivo inno ‘Dimonios’ e
quelli del San Marco, gli incursori del Comsubin e i carabinieri del Tuscania.
A chiudere la parata i corpi ‘civili’ che quotidianamente sono in prima
linea per garantire la
sicurezza ed intervenire in caso di emergenza: polizia e
vigili del fuoco – i primi hanno portato ai Fori anche Anicia, la mascotte del
reparto a cavallo, una bastardina che ha lo stesso nome della via dove c’è la
sede del gruppo, mentre i secondi hanno schierato tra l’altro i nuclei Nbcr per
la difesa contro attacchi non convenzionali – corpo forestale e polizia
penitenziaria. La Croce Rossa e la Protezione Civile, con tutte le diverse
componenti che compongono il sistema: una babele di colori, divise e mezzi.
Le sorprese sono arrivate alla fine: un militare con la divisa storica
dei Lancieri di Montebello è stato ‘scosso’ dal proprio cavallo come se si
trovasse al Palio di Siena. Aiutato dagli altri cavalieri è riuscito a
risalire in sella poco dopo il palco presidenziale. Prima di lui a sorprendere
un po’ tutti erano state due ragazze del servizio civile. Tra armi e divise
hanno scelto un’insolita veste per una parata militare: la bandiera arcobaleno
simbolo delle battaglie pacifiste