Riforme contestate. Processo civile, la revisione non piace ai legali
Il riordino del
processo civile varato dal Governo ha scatenato la reazione degli avvocati.
L’Associazione dei giovani avvocati ( Aiga) e l’Organismo unitario
dell’avvocatura ( Oua) hanno riassunto in due documenti tutte le loro
perplessità sulle modifiche al Codice di procedura civile introdotte dal
decreto legge sullo sviluppo, n.
35 del 14 marzo, convertito nella legge 80/ 05.
Emerge un « giudizio complessivamente negativo » , per dirla con le parole
dell’Aiga. Sotto accusa « la tecnica legislativa che è stata adottata, la sua
sostanziale frettolosità e la discutibilità di alcune soluzioni che, da tale
frettolosità, derivano » .
Questo benchè molte delle novità introdotte « siano da sempre state auspicate
e richieste dall’avvocatura » .
Non meno netta la presa di p o s i z i o n e d e l l ‘ O u a : « Le modalità
adottate e la tecnica legislativa appaiono inaccettabili, soprattutto perchè
ancora una volta si rinunzia e si prescinde da un intervento organico e
sistematico, per adottare, in nome di una non meglio qualificata urgenza,
l’ennesima soluzione ponte verso un traguardo finale che sembra ogni giorno più
lontano » .
Per tagliare il traguardo finale, rappresentato dalla costruzione di « un nuovo
modello di processo » , sarebbe necessario, secondo l’Oua, fissare i principi
cardine e definire gli obiettivi, per poi farne discendere le norme di
dettaglio. Esattamente l’opposto di quello che il legislatore d’urgenza ha
fatto. Il Dl sullo sviluppo è infatti intervenuto in modo parziale, non
organico, introducendo modifiche « di non irrilevante portata » , scrive l’Oua,
alcune già in vigore, altre destinate a entrare in vigore l’ 11 settembre
2005, altre ancora oggetto di delega legislativa, per cui sarà necessario
attendere il varo dei decreti.
Aiga e Oua condividono l’intento di fondo di snellire il procedimento, ma non
risparmiano le critiche alla riforma della fase introduttiva del processo. La
soluzione offerta dal legislatore, che si sostanzia nella contrazione dei tempi
e nella concessione di un unico termine alle parti per le memorie, porta con sè,
secondo l’Oua, il rischio di una « menomazione delle facoltà difensive » .
Gli avvocati mettono poi l’accento sui problemi organizzativi legati all’ «
intempestiva » ” come la definisce l’Aiga ” previsione di dare alle parti la
possibilità di scegliere il rito processuale previsto dal Dlgs 5/ 03 sul
diritto societario. Un rito ancora in fase di collaudo, che lascia tutta la
parte introduttiva del giudizio, nel rito ordinario cadenzata dalle udienze,
nelle mani delle parti e che solo in un secondo momento vede l’intervento della
magis t r a t u r a .
« Non è dato sapere” denuncia l’Aiga” come si possa pensare di ottimizzare il
sistema giustizia creando due riti alternativi che impongono due strutture
organizzative tra loro non compatibili » .
Disco verde invece per le norme che riformano il processo esecutivo, frutto di
un lungo pellegrinaggio parlamentare e « ispirate ” scrive l’Oua ” a
condivisibili principi quali la maggiore funzionalità » ed efficienza del procedimento.
Per quel che concerne le deleghe contenute nel Dl sullo sviluppo, l’Oua
definisce « vaga e per certi versi contradditoria » quella sul procedimento in
Cassazione, che sembra voler eliminare il vizio di motivazione, negando il
senso profondo della funzione del giudizio di legittimità.
Valentina Maglione, Il Sole 24 Ore