La mano ‘mortà mette a rischio il posto di lavoro – Cassazione Civile, Sezione Lavoro, Sentenza n. 9068/2005
La mano ‘mortà
mette a rischio il posto di lavoro. Se la ‘licenzà che ci si prende in ufficio
non ha una ”connotazione scherzosà’, l’azienda puo’ legittimamente chiedere
il licenziamento del dipendente troppo libertino. La Corte di Cassazione
che ha ribaltato due sentenze che avevano reintegrato un dipendente uso ad
atteggiamenti troppo disinvolti con i colleghi, portando in campo le ”norme
poste a tutela della libertà sessuale, finalizzate a reprimere le molestie
arrecate nei luoghi di lavoro”. In particolare, la Suprema Corte è
intervenuta sul caso di un dipendente di un’azienda di manifattura della Valle
Brembana, Mario R., licenziato nel ’99 ”per motivi disciplinari” legati al
suo atteggiamento ”esibizionistico” tenuto indistintamente nei confronti
delle colleghe e dei colleghi. Il dipendente era stato pero’ reintegrato sia
dal Tribunale che dalla Corte d’Appello di Brescia. In entrambi i casi i
giudici, pur ritenendo gli atteggiamenti dell’uomo ”riprovevoli”, ritennero
che non erano tali da giustificare un’espulsione perchè fatti con intento
”scherzoso”. A Mario R. si addebitava ”una pacca sul sedere, ridendo,” data
ad una impiegata, una toccatina ad un dipendente ed altri espisodi di
esibizionismo fatti ”lasciando appositamente la porta del bagno apertà’. Un
atteggiamento troppo libertino secondo l’azienda di manifattura che ha
protestato in Cassazione, sottolineando che a torto i giudici di primo e di
secondo grado avevano considerato ”indebitamente scherzoso” un atteggiamento di
questo tipo.
La sezione Lavoro della Cassazione – sentenza 9068 – ha accolto il ricorso
dell’azienda e ha rinviato il caso alla Corte d’Appello di Milano che dovrà
appunto valutare, sulla base delle disposizioni di piazza Cavour, se la mano
morta del dipendente aveva una ”apparenza scherzosà’ o ha veramente
compromesso la ”libertà sessualè’ dei dipendenti cosi’ da giustificare il
licenziamento