Fumo passivo, maxirisarcimento per dipendente morta di cancro
Ministero
dell’Istruzione condannato a un maxirisarcimento di 400 mila euro. Una
dipendente del ministero si è ammalata infatti di cancro al polmone per aver
respirato per anni il fumo dei colleghi. Lo ha deciso il giudice della IV
sezione Lavoro del Tribunale civile di Roma Giuseppina Vetritto, accogliendo la
domanda degli eredi della donna deceduta, assistiti dal Codacons. Il dicastero è
stato condannato a risarcire 263.725 euro per danno biologico e 132.000 per
danno morale, oltre alle spese di lite e della perizia d’ufficio, agli eredi di
Maria Sposetti. Alla donna, assunta dal ministero nel 1980, era stato
diagnosticato un tumore al polmone destro, operato nel ’92. Lei non aveva mai
fumato nè viveva con persone con il ‘vizio’, ma per sette anni aveva respirato
le sigarette delle colleghe in un’angusta stanza senza aeratori.
Dall’esame istologico della massa tumorale è risultato che l’eziopatogenesi
del cancro contratto dalla Sposetti, carcinoma epidermoidale, è direttamente
riconducibile all’esposizione al fumo passivo. ”Il Parlamento – afferma il
presidente del Codacons Carlo Rienzi – ha promesso, ma non ha dato ai
consumatori nè la class action, nè il danno punitivo. Queste sentenze
dimostrano che si puo’ fare anche a meno di tali leggi quando c’è sensibilità
da parte della magistratura. Adesso – aggiunge – si apre la strada a migliaia
di cause di risarcimento danni per quei lavoratori che hanno dovuto subire alle
loro scrivanie il disagio causato dal fumo dei colleghi”.