Attualità

Bancarotta e procedura civile: competitività in retromarcia

Governo battuto in commissione
Giustizia promette un emendamento che riporta a dieci anni la pena massima per
il reato finanziario. E il decreto dovrà tornare al Senato in terza lettura

Decreto competitività: Governo battuto in commissione Giustizia della Camera.
A finire nel mirino dell’opposizione sono state sia la riforma del reato di
bancarotta che quella della procedura civile. Tuttavia a bocciare l’action plan
è un parere consultivo della Commissione presieduta da Gaetano Pecorella
(Forza Italia). Il
dl competitività sarà, comunque, licenziato lunedi’ pomeriggio dalle
commissioni Bilancio e Affari Costituzionali della Camera. Subito dopo inizierà
la discussione generale in Aula. Le operazioni di voto scatteranno martedi’
alle 12. Lo ha deciso sempre ieri la conferenza dei capigruppo di Montecitorio.

L’opposizione, primo firmatario Giovanni Kessler (Ds), ha presentato una bozza
di parere negativo al decreto che è passata con sei voti a favore e cinque
contrari. Molte le assenze, pero’, della maggioranza. Della Casa delle libertà,
in commissione, erano presenti oltre al presidente Gaetano Pecorella, il
capogruppo di Forza Iatlia Italico Perlini, Ciro Falanga, Nino Mormino e
Gianfranco Anedda (An). Nessun deputato, invece, della Lega.
Il parere negativo si estende a tutto il decreto sia per la parte riguardante
le norme processuali civili, sia per quella di natura fallimentare.
Inoltre, in commissione vi è stata anche un’altra votazione che si è
conclusa, pero’, con una parità, 5
a 5. Riguardava la richiesta avanzata sempre da Kessler,
di sollevare un conflitto con la presidenza della Camera perchè il decreto
competitività venisse assegnato alla commissione Giustizia in sede referente,
cosi’ come è avvenuto per le commissioni Bilancio e Affari costituzionali, e
non solo in sede consultiva.
"Siccome gran parte del decreto – ha spiegato il deputato dei Ds – riforma
il codice di procedura civile e la legge fallimentare, ritengo che della
questione dovesse essere investita anche la Commissione Giustizia. E non solo
per dare un parere"
A calmare le acque, pero’, ci pensa il viceministro dell’Economia, Giuseppe
Vegas, che ha annunciato, ieri, che sarà presentato alla Camera, in
commissione o in Aula, un emendamento per correggere il testo uscito da Palazzo
Madama e riportare la pena massima per bancarotta fraudolenta a dieci anni.
"Il nostro obiettivo – ha detto Vegas – è quello di chiarire che la pena
massima per bancarotta fraudolenta resta a dieci anni".
L’emendamento, ha assicurato il viceministro dell’Economia, arriverà oggi sul
tavolo del Consiglio dei ministri. Pertanto, il decreto dovrà tornare in
Senato per una terza lettura. Ma "faremo sicuramente in tempo" ha
concluso Vegas aggiungendo che "visto che la modifica sarà molto limitata
potrebbe anche non esserci bisogno di porre in Senato nuovamente la
fiducia".
Del resto, anche il ministro della Giustizia,
Roberto Castelli, aveva
ribadito ieri mattina, la sua totale estraneità alle norme del decreto che
stabilivano una riduzione delle pene, e alla loro inclusione all’interno
dell’action plan, sul quale l’Esecutivo ha posto la fiducia. "Non so cosa
sia successo in commissione – ha detto Castelli, in un’intervista rilasciata a
Radio Padania Libera – e nessuno mi ha avvertito che era stata decisa la
riduzione della pena per il reato di bancarotta". E ha continuato
"Quando me ne sono accorto il testo era stato già presentato al Senato e
per motivi di urgenza non era più possibile intervenire". E ha concluso
"Da parte della mia e della Lega dobbiamo impegnarci per ripristinare
quanto meno la situazione precedente". Del resto anche Palazzo Chigi si è
impegnato formalmente a farlo.
Reazioni. Molte le reazioni alla solenne bocciatura dell’action plan. "I
membri della Casa delle libertà – ha affermato Carla Mazzuca dei Repubblicani
Europei – in commissione Giustizia alla Camera non presentandosi per difendere
un provvedimento che dovrebbe far ripartire il Paese, e in cui forse neppure
loro credono più o magari solo per pudore di non difendere l’indifendibile
hanno permesso all’opposizione di dare una sonora sberla al Governo’". E
ha aggiunto ancora: "Lungi da noi l’essere per forza iettatori e
pessimisti sul futuro di una maggioranza che scricchiola sotto i suoi stessi
colpi, attendiamo, questa volta si con fiducia e ottimismo, l’ennesimo voto di
fiducia che il Governo ci vorrà imporre su questo dissennato provvedimento che
io non esiterei a definire l’ennesimo decreto "omnibus all’italiana",
dove c’è di tutto e di più ma non cio’ che effettivamente conta: risorse
concrete per lo sviluppo e la ripresa reale del Paese".
E se Carla Mazzucca parla di una sonora bocciatura, Italico Perlini, capogruppo
di Forza Italia, parla, invece di "una tempesta in un bicchier
d’acqua". E ha aggiunto: "E’ inutile che il centro sinistra esulti e
faccia sterile polemica il Governo ha già annunciato che modificherà il
provvedimento relativo al reato di bancarotta, per cui la votazione di oggi era
del tutto inutile e quindi alcuni colleghi della maggioranza non erano presenti
in commissione. Come al solito l’opposizione dimostra scarso senso
istituzionale: invece di condividere l’intenzione del governo si abbandona alla
solita strumentalizzazione per attaccare senza ragione la maggioranza"
Ad alzare i toni, pero’, ci pensa Giuseppe Fanfani, responsabile Giustizia
della Margherita al termine della riunione della commissione. "La riforma
della bancarotta – ha detto Fanfani – è stata bocciata dalla commissione
Giustizia della Camera anche per le gravi assenze della maggioranza, in particolare
di Lega e Udc, totalmente assenti". E ha aggiunto: "Non abbiamo
condiviso innanzitutto il metodo di sottoporre questo provvedimento,
delicatissimo sotto il profilo legislativo, alla commissione per il solo parere
e con poche ore a disposizione, impedendone di fatto l’esame. E ha concluso:
"Preoccupante è il problema relativo alla prescrizione, soprattutto se
coniugato con la "ex Cirielli", perchè diventa incerto il termine di
decorrenza di commissione del reato che puo’ essere di alcuni anni anche precedente
al fallimento".
Critiche anche da parte di Francesco Bonito dei Ds che ha definito "questa
maggioranza allo sbando". "Il ministro Castelli – ha detto Bonito –
smentisce la sua stessa maggioranza che ha appena dato l’ok, sotto il ricatto
della fiducia al Senato, sul decreto competitività, dicendo che cambierà le
norme sulla bancarotta. Ed ecco che, arrivato in commissione Giustizia alla
Camera, il decreto subisce un altro significativo ed importante arresto, perchè
la maggioranza viene sonoramente battuta proprio sullo stesso tema per assenza
dei commissari della Casa delle libertà". E ha concluso: "Noi
abbiamo votato contro le norme sulla bancarotta e sull’assurda riforma del
giudizio davanti la suprema corte di Cassazione, ma i parlamentari del centrodestra
non c’erano e non hanno potuto o voluto difendere l’indifendibile
decreto".
Cristina Cappuccini, Diritto & Giustizia

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