Lavoro

Il mobbing può essere riconosciuto “d’ufficio”. Il giudice ha il potere di rilevarlo anche se non menzionato nell’atto introduttivo – Cassazione Civile, Sezione Lavoro, Sentenza n. 6326 del 23/03/2005

Il mobbing puo’ essere fatto
valere anche nel corso del giudizio. Se il lavoratore, infatti, nell’atto
introduttivo di primo grado non ha ricondotto espressamente il comportamento
del datore alle fattispecie di mobbing, questo puo’ comunque essere rilevato
dal giudice. Anche se non è stato contestato immediatamente. E soprattutto
quando, come nel caso in esame, il dipendente ha posto la lesione della sua
integrità psicofisica in relazione non solo al demansionamento, ma al
"globale comportamento antigiuridico del datore di lavoro".
Lo ha chiarito la sezione lavoro della Cassazione nella sentenza 6326/05,
depositata il 23 marzo e qui integralmente leggibile tra i documenti correlati.
In particolare, i Supremi giudici hanno osservato che l’accertamento, da parte
della Corte d’appello di Roma, del complessivo comportamento antigiuridico del
datore è stato sufficiente, in quanto tale, alla contestazione anche
"retroattiva" del mobbing. Tra l’altro i rapporti personali del
ricorrente con gli altri dipendenti, si erano fatti particolarmente tesi: il
lavoratore, infatti, era continuamente soggetto a "scherzi verbali, azioni
di disturbo, via via appesantitesi nel tempo e di cui era certamente a
conoscenza il capo del contabile della ragioneria il quale non si adopero’
perchè cessassero". Pertanto, si legge nella sentenza 6326/05: "in
ordine alla dedotta novità della domanda relativa al "mobbing" –
rilevato che, come è pacifico, la diversa qualificazione del fatto giuridico
non comporta "domanda nuova" – si osserva che la Corte territoriale,
con motivazione congrua e logica, ha innanzitutto evidenziato che il
lavoratore, nell’atto introduttivo del giudizio, ha posto la lesione della sua
integrità psico-fisica in relazione non solo al subito demansionamento, ma al
globale comportamento antigiuridico del datore di lavoro".
Successivamente, ha poi evidenziato che "anche se la qualificazione del
detto "comportamento globale", quale mobbing, era successiva alla
introduzione del giudizio, non trattatasi di domanda "nuova", tanto
più che il concetto di "mobbing" aveva carattere metagiuridico ed al
momento mancava di una espressa previsione normativa".


Fonte:
www.dirittoegiustizia.it

 

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