Attualità

Piero Alberto Capotosti nominato presidente della Consulta

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La Corte costituzionale ha
un nuovo presidente: Piero Alberto Capotosti con 11 voti a favore e due
astensioni è stato eletto alla prima votazione. I due nuovi vice sono Fernanda
Contri e Guido Neppi Modona, gli altri due candidati che erano stati indicati
tra i favoriti nella corsa alla presidenza.


Nella sua prima dichiarazione Capotosti ha detto di potersi
limitare solo a fare un auspicio di una rapida nomina dei due giudici
costituzionali da parte del Parlamento, "altrimenti la mia apparirebbe come una
interferenza", e ha aggiunto: "Il problema c’è ed è serio perchè la Corte
dovrebbe lavorare a ranghi completi".


Visibilmente emozionato, ma
anche "frastornato" come egli stesso si è definito, il nuovo presidente ha
annunciato di voler "perseverare nella continuità giurisprudenziale, nella
massima osservanza della Carta Costituzionale".


Marchigiano di San
Benedetto del Tronto, Piero Alberto Capotosti, siede alla Consulta dal 1996:
venne nominato dall’allora capo dello Stato Oscar Luigi Scalfaro, mentre ancora
ricopriva l’incarico di vice presidente del Consiglio Superiore della
Magistratura.


A Palazzo dei marescialli
Capotosti – che ha 63 anni – era approdato due anni prima, eletto dal Parlamento
su indicazione dei Popolari. Al vertice dell’organo di autogoverno dei giudici
fu nominato a maggioranza, alla terza votazione, e alla fine di un testa a testa
con l’avvocato Carlo Federico Grosso, allora laico dei Ds. L’arrivo al Csm
interruppe una lunga esperienza di insegnamento all’Università, cominciata poco
dopo la laurea in giurisprudenza a 20 anni: è stato docente di diritto
costituzionale, diritto pubblico, diritto regionale e diritto amministrativo
nelle Università di Macerata, Siena e ‘Tor Vergatà di Roma; poi, professore
ordinario di istituzioni di diritto pubblico alla facoltà di scienze politiche
della Sapienza.


Avvocato amministrativista
e componente dell’Associazione italiana dei costituzionalisti, Capotosti ha
fatto parte di numerose commissioni ministeriali di studio sulla riforma
dell’ordinamento giudiziario, sulla disciplina dei rapporti tra Stato e Regioni,
sull’ordinamento della presidenza del Consiglio dei ministri, sulla
modernizzazione delle istituzioni e sui procedimenti per la delegificazione. E’
autore di numerosi saggi e monografie sull’organizzazione costituzionale dello
Stato e della forma di governo, sulla giustizia costituzionale e sulla
disciplina della libertà di informazione; tra i suoi libri, "Il cittadino come
arbitro" scritto con Roberto Ruffilli, ucciso dalle Brigate Rosse. E’ stato
anche uno dei consiglieri di diritto costituzionale più ascoltati all’interno
della Dc prima e del Ppi poi. Capotosti dovrà lasciare Palazzo della Consulta,
per scadenza del mandato di giudice costituzionale, tra otto mesi: il 6
novembre.

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