Privacy

Telecamera “selvaggia”, arrivano le prime bacchettate del Garante

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Sorveglianza
senza la prevista informativa: scattano sette provvedimenti. E i controlli
rivelano anche conservazioni di dati oltre le necessità della raccolta e regole
parzialmente disattese in varie zone italiane

Videosorveglianza "selvaggia", o almeno poco rispettosa delle regole in materia
di privacy. In Italia un numero enorme di telecamere riprendono le persone in
transito nei luoghi pubblici, nelle stazioni, nei centri commerciali senza che
gli involontari protagonisti delle riprese siano informati che l’"occhio
elettronico" li sta controllando e (soprattutto) che un videoregistratore
consentirà di conservare – per tempi assolutamente imprecisabili – le loro
immagini.
A rivelare che non tutto va come dovrebbe è proprio l’Autorità Garante per la
protezione dei dati personali  che ha effettuato una serie di verifiche
giovandosi della collaborazione del Nucleo speciale funzione pubblica e privacy
della Guardia di Finanza. Le ispezioni, in particolare, hanno riguardato dodici
aree amministrate da soggetti pubblici e privati e miravano ad accertare la
liceità dei sistemi di telecontrollo installati, le modalità delle raccolte di
dati, i tempi di conservazione delle immagini riprese e l’idoneità
dell’informativa per l’utenza. Alcune a realtà hanno recepito correttamente le
previsioni del Provvedimento generale del Garante (del 29 aprile 2004) sulla
materia; altri non hanno rispettato – o hanno rispettato in maniera parziale o
incompleta – le regole fissate. Il risultato finale dell’"indagine" è stato il
blocco dei database di un ente pubblico e di una azienda privata per impedire il
prosieguo di un illecito trattamento di dati personali, nonchè l’apertura di
sette procedimenti nei confronti di soggetti sia pubblici sia privati per
mancata informativa agli utenti (una trasgressione punibile con sanzione
amministrativa da tremila a diciottomila euro). L’omessa informazione, ad
esempio, è stata riscontrata nelle metropolitane di Roma e Milano. Perchè il
"decalogo" del Garante trovi puntuale applicazione, insomma, la strada è ancora
lunga, anche perchè i casi "scoperti" sono solo la minuscola punta di un
iceberg: l’abuso delle telecamere è un fatto reale e basta attraversare il
centro di una qualunque grande città per renderesene conto ogni giorno.

 

www.dirittoegiustizia.it

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