Penalità agli Stati inadempienti, i “pregi” della sanzione forfettaria
L’Avvocato
generale suggerisce alla Corte, ritenendola autonomamente competente, di
comminare anche somme (non legate al trascorrere del tempo) per accrescere
l’effetto dissuasivo e non premiare i "furbi"
Tempi più duri in arrivo per gli Stati inadempienti che sfruttano i ritmi della
giustizia comunitaria, persistendo nelle violazioni fino a quando viene loro
comminata una penalità per ogni giorno di ritardo nell’attuazione delle misure
necessarie a conformarsi alle sentenze dei giudici di Lussemburgo. Se passerà
infatti la proposta dell’Avvocato generale Leendert Geelhoed, ampiamente
motivata nelle sue conclusioni (qui leggibili come documento correlato; si
tratta delle seconde conclusioni, le prime introducevano l’ipotesi dell’ammenda
forfettaria e successivamente è stata riaperta la fase orale del procedimento
per sentire le opinioni delle parti e degli altri Stati membri) presentate nella
causa che la Commissione ha promosso contro la Francia per inadempimento, un
nuovo deterrente dovrebbe funzionare contro i Paesi dell’Unione che – con una
temporanea "impunità", ovvero fino alla pronuncia dalla quale decorrono le
sanzioni – non essendosi adeguati al diritto comunitario riescono ad evitare
momentaneamente il danno delle penalità inflitte dalla Corte. Nel caso
specifico l’Avvocato generale, anche nella consapevolezza di introdurre una
formula innovativa, afferma di ritenere essenziale che la Corte, per perseguire
correttamente i suoi obiettivi, debba essere informata delle opinioni delle
parti circa gli effetti di qualunque sanzione. Ritiene quindi appropriato che
alle parti venga data l’opportunità di prendere posizione sull’eventuale
proposta di una sanzione diversa da quella suggerita dalla Commissione. Quest’ultima,
infatti, aveva formulato un suggerimento per una penalità "per ogni giorno di
ritardo nell’esecuzione" della sentenza. L’Avvocato generale sostiene che sia la
tipologia della violazione a poter giustificare sanzioni di tipo diverso; anche
tenuto conto del fatto di non essere vincolata dalle proposte della Commissione,
la Corte – a detta dell’Avvocato generale – deve essere nelle condizioni di
poter irrogare "qualsiasi sanzione disponibile", ivi inclusa quella forfettaria
più quella su base temporale a far data dalla sentenza. Si tratta, in sostanza,
di interpretare l’obiettivo e la ratio dell’articolo 228 del Trattato.
L’Avvocato ritiene che lo scopo sia quello di garantire che gli Stati membri
adempiano gli obblighi loro incombenti in virtù del diritto comunitario e che,
a tal fine, misure dissuasive (la penalità forfettaria) e persuasive (le
sanzioni per ogni giorno di ritardo) siano legittime e appropriate. E chiede che
la Corte proceda in tal senso. (m.c.)