Finanziaria e spese di giustizia: nuovo dietro-front
Nel testo
approvato a Montecitorio il contributo unificato si paga anche sulle cause fino
a mille euro. Sull’emendamento attenuanti-prescrizioni ancora non c’è soluzione
mentre la commissione Giustizia approva senza interventi l’ordinamento
giudiziario
La Finanziaria pi๠indecifrabile degli ultimi anni ha – per il momento – un
certezza: i processi si pagano sempre e sempre di pià¹. Il testo licenziato ieri
dalla Camera, infatti, non ha apportato alcuna modifica alla proposta contenuta
nell’articolo 31 che interviene sulla disciplina del contributo unificato
d’iscrizione a ruolo, con l’eliminazione di molte delle esenzioni finora vigenti
e la variazione al rialzo degli scaglioni (il testo dell’articolo è leggibile
tra i documenti correlati). Rimangono immutati, rispetto alla proposta
originaria, anche il limite ai compensi dei giudici di pace, l’abolizione del
parere dei consigli dell’Ordine sugli onorari del gratuito patrocinio e la nuova
procedura per la vendita dei veicoli sequestrati (vedi anche in arretrati del 1°
ottobre 2004).
Lo scontro che si è aperto sulla Finanziaria che ha indotto prima l’opposizione
e poi la maggioranza a ritirare tutti gli emendamenti, trasferendo
sostanzialmente al Senato la prima lettura del provvedimento, ha fatto sì che
sul merito dell’articolo 31 non vi sia stata alcuna discussione.
In ogni caso, la commissione Bilancio della Camera, nell’approvare il testo
consegnato all’Aula, aveva già respinto le modifiche proposte dalla commissione
Giustizia (vedi in arretrati del 21 ottobre 2004) che puntavano a ristabilire
l’esenzione dal contributo unificato per le cause di valore minimo, comprese tra
zero e 1000 euro. Se il provvedimento non subirà modifiche, per questi processi
bisognerà pagare 30 euro.
Ddl Cirielli, ancora un rinvio. Sembra che la maggioranza stia trovando la
"quadra" sul progetto di modifica al meccanismo di calcolo della prescrizione
che dovrebbe condurre ad una riduzione dei tempi per alcuni reati, con un
particolare favore nei confronti degli incensurati. "Ancora non posso dire che
c’è un’adesione totale – ha spiegato ieri il relatore, Luigi Vitali (Forza
Italia) – ma siamo quasi alla quadratura del cerchio". Vitali ha spiegato che ci
sono ancora alcuni aspetti da limare ma non è entrato nel merito delle
modifiche. Secondo l’esponente di Forza Italia il provvedimento potrebbe essere
approvato in Commissione la prossima settimana per arrivare puntuale in Aula,
dove l’esame è stato fissato per il 23 novembre.
La discussione della CdL ruota intorno ad un maxiemendamento, presentato nelle
scorse settimane dall’allora relatore Enzo Fragalà di An (vedi in arretrati del
28 e 27 ottobre), alla proposta di legge presentata dal deputato di An, Edmondo
Cirielli che è già stato ribattezzato "Salva Previti", perché garantirebbe la
prescrizione all’ex ministro della Difesa, condannato in primo grado nell’ambito
dei processi Imi-Sir e Sme. Intorno a queste ipotesi sono scoppiate polemiche
molto dure all’interno della stessa maggioranza, tanto che il progetto è ancora
fermo in Commissione, dopo essere approdato oltre un anno fa in Aula. Un segnale
che questa potrebbe essere la volta buona arriva dal ministro della Giustizia,
che in passato aveva criticato il progetto: "Stiamo studiando il testo" ha detto
ieri Castelli, che ha spiegato come i tecnici del ministero siano al lavoro,
dice ancora il guardasigilli, "per uno studio interessante che dimostrerà la
necessità di intervenire sulla prescrizione". Ma sui tempi il Guardasigilli non
si è sbilanciato: "Non tempi lunghi, ma i tempi necessari".
Ieri, intanto, la commissione ha bocciato l’emendamento presentato per la terza
volta dal deputato di Forza Italia, Mario Pepe che è stato all’origine di tutte
le polemiche. La proposta punta alla riduzione di un terzo della pena, con
prevalenza automatica della attenuanti sulle aggravanti. L’emendamento ha diviso
lo stesso partito di maggioranza, con il relatore Vitali che ha dato parere
contrario. Pepe però non demorde, annunciando l’intenzione di ripresentarlo in
Aula e la richiesta di votazione a scrutinio segreto.
Ordinamento giudiziario. Approvato in Commissione, come previsto, in tempi brevi
e senza modifiche, il progetto di riforma dell’Ordinamento giudiziario. Il testo
passa ora all’esame dell’Aula, dove l’opposizione ha già annunciato che farà
ricorso "ad ogni strumento tecnico e politico possibile" per bloccare il
provvedimento.
Mimmo Torrisi