Associazione Nazionale Magistrati. Appello al Parlamento (Documento approvato dal Comitato direttivo centrale -; Roma, 14 novembre 2004)
Signor Presidente del Senato della Repubblica,
Signor Presidente della Camera dei Deputati,
Una riforma dell’ordinamento giudiziario che
migliori la giustizia è necessaria, ma deve essere attuata in conformità con i
principi fondamentali della Costituzione, come esige la VII Disposizione
transitoria.
L’Anm, in spirito di profondo rispetto per le prerogative del Parlamento,
ribadisce oggi netto dissenso e vivissima preoccupazione di fronte ad un testo
che, se approvato, porrà a rischio la indipendenza della magistratura,
modificherà l’equilibrio tra i poteri dello Stato, diminuirà le garanzie dei
cittadini. I magistrati hanno il diritto e il dovere civile di esprimere
l’opinione maturata sulla base della esperienza professionale specifica,
unendosi alla critica ripetutamente espressa dagli altri operatori della
giustizia e dal mondo accademico. Purtroppo vi è stata finora totale chiusura
alle ragionate valutazioni e alle proposte alternative, che l’Anm ha
costantemente prospettato, nel rispetto delle attribuzioni del Parlamento. Un
sistema di carriera anacronistico, farraginoso ed ingestibile, in contrasto con
il principio della pari dignità di tutte le funzioni (articolo 107 comma 3 Cost.),
che peggiorerà la qualità professionale della magistratura; una struttura
rigidamente gerarchizzata del Pm, che renderà meno indipendente ed efficace la
attività di indagine; una separazione dei percorsi professionali dei giudici e
pubblici ministeri che si tradurrà in una separazione definitiva di carriere;
un sistema disciplinare che insidierà l’indipendenza di giudizio del
magistrato; una erosione delle attribuzioni che l’articolo 105 della
Costituzione riserva al Consiglio superiore della magistratura: queste le linee
portanti di una riforma che pregiudica il diritto dei cittadini ad un giudice
indipendente da ogni altro potere. Tutto cio’ nella perdurante assenza di
qualsiasi intervento per rendere i processi più rapidi e le decisioni efficaci.
Ci auguriamo che il Parlamento voglia riesaminare la scelta per una riforma che
riteniamo sbagliata e inidonea ad assicurare migliore funzionalità ed
efficienza del servizio giustizia, con una magistratura professionalmente più
qualificata.
Signor Presidente del Senato della Repubblica,
Signor Presidente della Camera dei Deputati, quello che è in discussione è un
rilevantissimo intervento normativo sull’assetto di uno dei poteri dello Stato,
con ripercussioni dirette sulla tutela dei diritti delle persone.
Il fatto che il testo da ultimo presentato per l’approvazione definitiva
continui a suscitare la netta contrarietà della magistratura associata e della
cultura giuridica, richiede che si trovi spazio per ulteriore confronto e
approfondimento.