Giustizia, Senato approva il maxi-emendamento. Castelli: ”Cdl assolutamente compattà’. Anm: ”Pessimo segnalè’
Roma, 2 nov. (Adnkronos) –
L’assemblea di palazzo Madama
ha approvato il maxi-emendamento del governo al ddl di riforma
dell’ordinamento giudiziario. I voti favorevoli sono stati 146, i contrari 58,
6 gli astenuti.
Il maxi emendamento votato dal
Senato si riferisce all’art. 2 del disegno di legge di riforma
dell’ordinamento giudiziario: la parte centrale della riforma. All’inizio di
seduta era stato comunicata una riformulazione dell’emendamento relativo ai
colloqui psicoattitudinali.
Respinti tutti gli emendamenti
presentati dall’opposizione così come la richiesta di votazione per parti
separate del provvedimento. Proprio per questo il diessino Guido Calvi ha
parlato di una ”disponibilità solo a parole della maggioranza, sorda al
dialogo, dimostrato anche dal suo silenzio. Non ci è stata data -ha detto
Calvi- alcuna risposta alle nostre argomentazioni, sui test psicoattitudinali
avevamo suggerito soluzioni diverse. Il silenzio della maggioranza -ha
concluso Calvi- dimostra il suo appiattimento passivo. Questo testo
dell’emendamento, riformulato ben cinque volte nell’ambito di pochi giorni
dimostra che c’è uno stato confusionale nella maggioranza o nella testa di
chi consiglia il ministro della Giustizià’.
”Molto soddisfatto” il
ministro della Giustizia
Roberto
Castelli. ”Il fatto del giorno, aldilà dell’aspetto tecnico del
maxi-emendamento, è l’assoluta compattezza della maggioranzà’. Il
Guardasigilli ha poi annunciato che contatterà quanto prima il presidente
della Camera Pier Ferdinando Casini per avere una valutazione dei tempi per il
via libera definitivo a Montecitorio.
Al contrario il presidente
dell’Anm,
Edmondo Bruti Liberati commenta come ”un pessimo segnalè’
l’approvazione del maxi-emendamento del governo ”senza alcuna modificà’. Per
il numero uno del sindacato delle toghe ”a nulla giova affermare che non si
intende chiudere il dibattito con la fiducia se poi, con la tecnica dei
maxiemendamenti blindati, si rifiuta ogni confronto con le ragioni del
dissenso”.
Bruti Liberati avverte, ancora
una volta, che senza aggiustamenti si avrà ”una riforma che peggiorerà il
funzionamento della giustizia e diminuirà le garanzie dei cittadini”. Tutto
ciò, rivendica il leader dell’Anm, i magistrati hanno ”il dovere di
denunciarlo nel modo pi๠netto”.