Giustizia. L’Oua prende posizione sulla sulla riforme.(Comunicato stampa del 15/09/2004)
Comunicato stampa
Giustizia: «C’è il rischio che le riforme
rimangano lettera morta.
Serve un dibattito aperto, senza blindature, ma anche senza trucchi per rinviare
tutto all’infinto.
Siamo soddisfatti degli incontri di queste ore che,
come richiesto dall’avvocatura, stanno ridando slancio ai progetti in cantiere.
Chiediamo a Berlusconi di essere coerente e continuare su questa strada
imprimendo un’ulteriore accelerazione».
Michelina Grillo, Presidente Organismo
unitario dell’avvocatura
La riforma della giustizia rischia di trasformarsi
in una grande incompiuta. Dall’Ordinamento giudiziario alle professioni, dal
processo civile al sistema penale (sostanziale e processuale), molti progetti in
campo e su tutti incombe il rischio di rimanere lettera morta.
Chiediamo un dibattito aperto, pubblico e senza blindature per migliorare i
limiti e le contraddizioni dei disegni di legge, ma chiediamo anche una più
decisa azione politica per concludere un percorso riformatore che la giustizia
attende da anni.
Se si vogliono fare
le riforme in questa legislatura questo è il momento di dare una scossa, domani
è già troppo tardi.
Prendiamo atto che in queste ultime ore si è
venuti incontro alle richieste dell’avvocatura, lavorando per evitare di
vanificare quanto fatto finora. Si deve continuare su questa strada. Ci
rivolgiamo innanzi tutto al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, al
quale chiediamo di dare seguito alle dichiarazioni delle scorse settimane ed
imprimere una decisa accelerazione al processo riformatore, tracciando con
chiarezza le direttrici di un diverso modo di impostare e risolvere le questioni
di politica giudiziaria e ponendo cosi’ le premesse anche per la prossima
legislatura.
Roma, 15 settembre 2004
Per informazioni:
Marco Miccichè
333.4108435
Documento
Politico su Giustizia e Professioni
Approvato dall’Assemblea dell’Organismo Unitario
dell’Avvocatura
riunitasi a Grottaferrata (Roma) in data 10, 11 e
12 settembre 2004
Scheda di sintesi
Il sistema Giustizia, in Italia, attende inutilmente da decenni
interventi sulle inefficienze strutturali che
l’affliggono, ulteriormente aggravate nel corso di questi ultimi anni,
dall’aumento dei diritti giustiziabili e della crescente domanda di giustizia.
L’intera classe politica ha palesemente manifestato, nei fatti, una
sostanziale incapacità a realizzare un disegno riformatore organico,
intervenendo, invece, nel settore in modo emergenziale e con provvedimenti
meramente deflativi, peraltro, determinando un evidente aumento del debito
pubblico di giustizia del nostro Paese.
Priorità
Ordinamento giudiziario e professioni.
Si tratta di due leggi fondamentali per innescare un serio
progetto riformatore di tutto l’assetto della giurisdizione. I progetti
attualmente in discussione hanno limiti e contraddizioni, ma questo deve
condurre al loro miglioramento, attraverso un dibattito ampio, pubblico e senza
blindature, e non al perenne differimento della loro approvazione.
Ci sono anche altri progetti di legge, la cui
approvazione è essenziale, che rischiano di non concludere il proprio iter in
questa legislatura:
a)
la riforma del
processo civile (congelamento del progetto
complessivo di cui ai lavori della Commissione Vaccarella e redazione di
interventi minimali ” c.d. mini-riforma”);
b)
la riforma dei codici
penali, sostanziale (rinvio dell’esame della
parte speciale) e processuale (mai avviata);
c)
la riforma del
processo minorile, ordinamentale e processuale
(mancata ripresentazione del disegno di legge di unificazione della
giurisdizione, sotto la specie delle sezioni specializzate);
d)
la riforma del
diritto fallimentare (non ancora approdata in
aula);
e)
l’introduzione del
processo civile telematico (faticoso avvio
della fase di sperimentazione a distanza di due anni dall’entrata in vigore
della legge e radicale incertezza circa il sostentamento finanziario del
progetto);
LO STATO DELL’ARTE
E’ sotto gli occhi di tutti la perdurante sordità della classe
politica ad assumere fattivamente il contributo dei soggetti della
giurisdizione. Anche questa maggioranza di Governo, i
cui programmi di inizio legislatura avevano fatto sperare in concrete iniziative
di ampie riforme ordinamentali, dei codici e dei riti, si è arenata in una
dialettica sterile ed improduttiva.
Ancora una volta le singole forze politiche hanno utilizzato l’argomento
giustizia con finalità strumentali alle proprie logiche di appartenenza e di
tornaconto di breve respiro.
A fronte della riforma del diritto societario, pure ancora in
fase di perfezionamento, e di quella dell’ordinamento giudiziario, in itinere,
si ha ragione di temere che non si concretizzino
gli ulteriori percorsi riformatori annunciati dal Ministro di Giustizia.
RIFORMA DELLE PROFESSIONI
E’ imprescindibile ed urgente che il
Capo del Governo dia un fattivo seguito alle sue recenti dichiarazioni
pubbliche di volere rapidamente calendarizzare la discussione parlamentare del
d.d.l. Cavallaro-Federici, previa integrazione con il testo elaborato dalla
Commissione Vietti, che ha registrato il consenso dei professionisti
italiani e dell’Avvocatura in particolare. Particolare attenzione merita,
nell’ambito della riforma in questione, la disciplina delle c.d. nuove
professioni, o professioni non regolamentate, alle quali alcune Regioni,
interpretando estensivamente il novellato art. 117 Cost., tentano di attribuire
in via autonoma riconoscimenti, anche nell’ambito di settori di pertinenza delle
professioni regolamentate, con il rischio di sovrapposizioni e senza adeguate
garanzie per l’utente.
L’effettiva ed urgente ripresa del percorso parlamentare di riforma delle
professioni, dovrà, per l’effetto, consentire l’elaborazione ed approvazione
della riforma dell’ordinamento professionale forense, nel rispetto
dell’autonomia e della specificità dell’Avvocatura, più volte colpevolmente
obliata, come attestano ” a tacer d’altro – le previsioni contenute nel codice
per la protezione dei dati personali, con riferimento alle quali si auspica la
rapida approvazione del d.d.l. 3039 Senato, che ha lodevolmente recepito
le istanze della classe forense.
RIFORMA DELL’ORDINAMENTO GIUDIZIARIO
Il
metodo seguito dal Governo di blindatura della riforma, peraltro via via
impoverita, non ha permesso l’imprescindibile costruttivo confronto con i
soggetti interessati, meramente auspicato, ma contraddetto dal ricorso al voto
di fiducia, che ha impedito l’esame degli emendamenti migliorativi presentati
dall’avvocatura, nonchè per la modalità palesemente ostruzionistica di
presentazione degli emendamenti da parte dell’opposizione, che ha rinunciato di
fatto a privilegiare il pur possibile miglioramento del testo;
Limiti del Ddl di riforma dell’Ordinamento
giudiziario
1)
l’attuale testo non realizza la
separazione della carriere
2)
il
sistema di progressione in carriera dei magistrati contiene il rischio di
privilegiare l’attività di studio finalizzata ai vari concorsi rispetto allo
svolgimento con impegno dell’attività giurisdizionale
3)
si
prevede un sistema di formazione dei magistrati affidato ad una complessa
struttura centrale, di difficile realizzazione concreta soprattutto in mancanza
di adeguati specifici mezzi finanziari;
4)
si
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