Attualità

Riforme, Buttiglione: ”Emendamenti trasferiti a tavolo tecnicò’

Gli emendamenti dell’Udc alle riforme vengono ”trasferiti”
dalla Commissione al tavolo tecnico estivo. Lo ha spiegato
Rocco Buttiglione lasciando
l’ufficio politico dell’Udc. ”Gli emendamenti verranno spostati dalla
Commissione parlamentare al tavolo aperto dal ministro Calderoli per cercare
un accordo all’interno della coalizionè’, ha detto Buttiglione.

Anche Carlo
Giovanardi
dice che ”gli emendamenti andranno al tavolo tecnico per
cercare una convergenza nella maggioranza, con la riserva -aggiunge
Giovanardi- di ripresentarli a settembre in caso di mancata convergenzà’.

A fugare l’idea di un eventuale passo indietro dei
centristi sulle riforme è Giampiero
D’Alia
, capogruppo dell’Udc in commissione Affari Costituzionali e
autore degli emendamenti del partito, che puntualizza: ”Il rinvio del
dibattito dei nostri emendamenti in aula non puo’ essere interpretato come un
ripensamento, anzi. Gli argomenti che abbiamo messo in campo restano tutti. Il
riequilibrio del federalismo e del premierato restano una nostra ferma
priorità. Approfitteremo della pausa estiva per convincere i nostri alleati e
l’opinione pubblica. Nessuno si faccia illusioni su un nostro dietrofront”.

Sulla stessa linea
Michele Vietti
, che parla di ”trasloco provvisorio sul tavolo tecnico
del ministro Calderoli con la riserva di un eventuale trasloco in Aulà’.
”Gli emendamenti ci sono, non si sono vaporizzati”, conclude il
sottosegretario alla Giustizia.

”E’ positivo il fatto che abbiano accolto il mio invito di
sedersi ad un tavolo tecnico -commenta da parte sua il coordinatore delle
segreterie nazionali della Lega,
Roberto Calderoli
-. Ed è positivo il fatto che si voglia approfondire
la materia senza finalità di stravolgimenti ma con finalità di
miglioramento”.

Intanto il Consiglio nazionale dell’Udc è stato convocato
per lunedi’ mattina alle 10. Lo ha confermato
Bruno Tabacci, lasciando
l’ufficio politico del partito. Poi una battuta: ”Andiamo avanti, insistendo
su quelli che sono i nostri punti ‘forti’. Si va in Consiglio nazionale, dove,
invece che lasciare,

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