Attualità

Anm, a settembre due giorni di sciopero e subito assemblee


L’Associazione nazionale magistrati ha scelto la linea dura contro
l’approvazione da parte della Camera della riforma dell’ordinamento giudiziario.
A fine settembre, forse il 22 e il 23 – ma le date esatte saranno stabilite
mercoledi’ dalla giunta – verranno attuati altri due giorni di sciopero e già
nelle prossima settimana (mercoledi’ e giovedi’) ci sarà in tutte le sedi
giudiziarie la sospensione di un’ora delle udienze, in concomitanza con lo
svolgimento di assemblee.
Per lanciare un vero e proprio «grido di allarme» su una riforma che «è contro
la magistratura e i cittadini» e «in contrasto con la Costituzione», il
sindacato delle toghe per la prima volta nella sua storia, terrà proprio a
ridosso degli scioperi e a Napoli, un congresso straordinario che sarà dedicato
appunto al ddl Castelli. E in quella sede procederà anche al rinnovo dei propri
vertici.
I magistrati salgono compatti sulle barricate: il pacchetto di proteste –
accompagnato dall’invito ai singoli colleghi a proseguire nelle iniziative di
denuncia della «insostenibilità» dell’assetto che si vorrebbe dare all’ordine
giudiziario – è stato varato dal parlamentino dell’Anm quasi all’unanimità. A
metterlo sul piatto, all’inizio della riunione, durata cinque ore, è stato il
presidente Edmondo Bruti Liberati che ha definito di «eccezionale gravità
»l’approvazione da parte della Camera della riforma. Bruti ha richiamato le
parole del presidente Casini che aveva ammonito a non fare una riforma contro la
magistratura: «è purtroppo esattamente quello che è accaduto» – ha scandito.

Immediate le adesioni da parte di tutte le correnti, decise ad andare avanti
sino in fondo in questa battaglia. «La magistratura non puo’ rimanere inerme di
fronte allo scempio degli assetti costituzionali» ha sottolineato il vice
presidente Piero Martello. D’accordo anche Antonio Patrono, leader di
Magistratura Indipendente, la corrente più moderata, che ha accusato la riforma
di voler «cambiare la faccia ai magistrati» e ha denunciato gli «errori tecnici»
contenuti nelle nuove norme che renderanno «impossibile l’esercizio dell’azione
giudiziaria». Una riforma giudicata «un’accozzaglia di scelte maleodoranti,
misure rancorose e incostituzionali » da Armando Spataro, segretario del
Movimento per la Giustizia, che ha puntato il dito contro le scelte del governo
in materia di giustizia («una politica giudiziaria da avventurieri». Un ministro
che per Fabio Roia, leader della corrente di centro Unità per la Costituzione
è «del tutto delegittimato». Un invito esplicito a continuare sino alla fine la
battaglia è venuto da Nello Rossi mentre Modestino Villani, leader di Articolo
3 ha auspicato un «autunno caldo della magistratura». Dal segretario dell’Anm
Carlo Fucci è venuto invece un invito ai circa 60 magistrati del ministero
della Giustizia a manifestare il loro dissenso.


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