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Falcone, corteo a Roma giovedì. 10 anni dopo Capaci il ricordo degli studenti in un’altra iniziativa che ha coinvolto 36 scuole italiane

Roma, 21 mag. (Adnkronos) –

Corteo a Roma giovedi’ in memoria di Giovanni Falcone, ucciso in un agguato
mafioso 10 anni fa. A organizzare la manifestazione il circolo Giustizia e
Libertà, dalla cui sede alle 19 partirà la marcia silenziosa diretta a
Piazza Cavour, che passerà per via Leone IV, piazza Risorgimento e via
Crescenzio. La commemorazione sarà tenuta dal sen. Ferdinando Imposimato,
amico e collega di Falcone. All’iniziativa, che si propone anche di porsi in
difesa dell’autonomia della magistratura, hanno aderito tra le tante
associazioni, quelle partigiane, il presidente della Fondazione Nenni,
Giuseppe Tamburrano, Democrazia Laica, Girotondi per la democrazia,
Associazione Art.21.

Un’altra iniziativa, a dieci anni dalla morte di Giovanni Falcone, ha
coinvolto invece gli studenti di 36 scuole italiane, (18 nella città di
Palermo, altrettante sparse per l’Italia). Cosa è rimasto vivo del suo
sacrificio e quanto ha inciso la sua morte nella diffusione della cultura
della legalità è lo spunto di una riflessione per gli sudenti, chiamati a
raccontare con vari mezzi espressivi (dal componimento, alla musica, alla
pittura) l’eredità del 23 maggio del ’92. Misurare l’impronta di quei giorni
(l’iniziativa è destinata agli alunni delle scuole elementari, medie e medie
superiori) significa per gli organizzatori della Fondazione Falcone (che hanno
presentato il progetto ieri in sala stampa a Montecitorio) verificare l’entità
del cambiamento.
”Nelle conversazioni private, mio fratello -ha raccontato Maria Falcone-
sottolineava che la vittoria vera contro Cosa Nostra ci sarebbe stata solo
attraverso il ricambio totale in termini generazionali della società
sicilianà’. ”Abbiamo voluto aprire un dialogo -ha aggiunto Giannicola
Sinisi- con i giovani che di Falcone, Francesca Morvillo e degli uomini della
scorta morti con lui non hanno neppure sentito parlare e che non sapevano cosa
avesse fatto Giovanni per la lotta alla mafia. Per questo abbiamo voluto
aprire una finestra sulle giovani generazioni, perchè restiamo convinti anche
noi che la mafia non si sconfigge con la lotta esercitata attraverso gli
organi dello Stato, ma con un ricambio profondo nella cultura delle personè’.
Attraverso il collegamento con le consulte provinciali degli studenti, un sito
Internet che ha avuto più di 3500 contatti in due settimane, i mille alunni
coinvolti hanno potuto raccontare, anche con il materiale messo a disposizione
dalla Fondazione, cosa evochi il nome di Falcone, utilizzando i percorsi
didattici messi a punto in piena autonomia dagli insegnanti. Il lavoro dei
docenti e degli studenti è stato coadiuvato dal supporto del Dipartimento di
Psicologia dell’Università della Sapienza, che ha sviluppato un percorso di
comunicazione articolato in varie aree tematiche. Non il solito tema o il
componimento, ma per raccontare l’esempio di Falcone i giovani si sono serviti
della pittura, della musica, della poesia.
”La parola mafia -ha detto Marina Grispo, studentessa diciottenne, vice
presidente della consulta provinciale di Palermo- viene associata alla
Sicilia. Il fenomeno c’è anche in tanti altri posti ed è conosciuto con
altri nomi”. Un modo per dire che molti ne possono parlare con cognizione di
causa e non solo gli addetti ai lavori. ”La vicenda di Giovanni Falcone -ha
aggiunto- non deve rimanere solo un ricordo ma uno spunto di riflessione per
tutti, un esempio, un insegnamento per diffondere e rafforzare la cultura
della legalità tra i giovani”. ”I giovani come riscatto di una società
addormentatà’, ha aggiunto Maria Falcone.
Il risultato del progetto ”Ricordare Giovanni Falconè’ sarà presentato a
Palermo il 22 e 23 maggio nella cornice dell’aula bunker del carcere dell’Ucciardone,
dove saranno proiettate le interviste realizzate da Enzo Biagi a chi Falcone
lo conobbe e ci lavoro’ a stretto contatto: da Luciano Violante a Claudio
Martelli, da Giovanni Morvillo (fratello di Francesca) a Giuseppe Ayala, dal
giornalista Francesco La Licata fino a Carla Del Ponte, il magistrato svizzero
oggi procuratore capo del Tribunale Internazionale per i crimini di guerra
nella ex Jugoslavia, che con Falcone collaboro’ ai tempi del pool di Palermo.

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